(Teleborsa) - Sullo sfondo del
calo dei prezzi del petrolio, di una
politica monetaria accomodante e della relativa
debolezza del valore esterno dell'euro, quest'anno la ripresa economica ha dato prova di resilienza e si è diffusa in tutti gli Stati membri, ma è rimasta lenta.
E' quanto stima la
Commissione europea nelle sue
previsioni di autunno, spiegando che "mentre va attenuandosi l'effetto dei fattori positivi, affiorano
nuove sfide quali il
rallentamento delle economie di mercato emergenti e del commercio mondiale e le
persistenti tensioni geopolitiche".
Per i prossimi due anni, Bruxelles stima che
il ritmo della crescita resisterà a queste sfide grazie al sostegno di altri fattori: migliori risultati in termini di occupazione con conseguenze positive sul reddito reale disponibile, condizioni di credito più favorevoli, progressi nella riduzione dell'indebitamento e livelli superiori d'investimento.
Nel complesso, l'UE stima che
il PIL reale della zona euro crescerà dell'1,6% nel 2015, per salire
poi all'1,8% nel 2016 e all'1,9% nel 2017. Per l'UE nel suo insieme il PIL reale dovrebbe salire dall'1,9% di quest'anno al 2% nel 2016 e al 2,1% nel 2017.
Per la Commissione europea
il mercato del lavoro continua a rafforzarsi, seppur con ritmo blando e disomogeneo nei vari Stati membri. Nella zona euro
l'occupazione dovrebbe crescere dello 0,9% quest'anno e il prossimo e quindi dell'1% nel 2017. Nell'UE si prevede che l'occupazione aumenti dell'1% quest'anno e dello 0,9% nel 2016 e nel 2017. Nel complesso la disoccupazione dovrebbe continuare a scendere solo gradualmente e con notevoli disparità tra Stati membri. Nella zona euro è previsto che, dall'11% di quest'anno, il tasso di disoccupazione scenda al 10,6% l'anno prossimo e al 10,3% nel 2017, mentre nell'UE nel suo complesso le previsioni indicano un calo dal 9,5% di quest'anno al 9,2% nel 2016 e all'8,9% nel 2017.
Quanto all'
inflazione, secondo l'UE il calo dei prezzi del greggio spingeranno temporaneamente giù i prezzi al consumo: passeranno dallo 0,1% nella zona euro e dallo 0% nell'UE registrati quest'anno a, rispettivamente, l'1% e l'1,1% l'anno prossimo, per arrivare all'1,6% per entrambe nel 2017.
Infine, l'
export è atteso in rallentamento nel 2016, per poi aumentare leggermente nel 2017.