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Legge Stabilità, dopo le critiche di Bruxelles c'è chi solleva dubbi su tenuta e correttezza dei conti

Economia
Legge Stabilità, dopo le critiche di Bruxelles c'è chi solleva dubbi su tenuta e correttezza dei conti
(Teleborsa) - La legge di Stabilità 2016 approvata nei giorni scorsi, e soprannominata "legge di fiducia" dal premier Renzi, ancora non convince tutti. Dopo le critiche giunte da Bruxelles ora è il sindacato della scuola Anief a sollevare forti dubbi sulla "tenuta e correttezza dei conti pubblici".

Andando ad esaminare i contenuti del comma 1 dell’articolo 37, si evince, infatti, che "i 200 milioni di euro stanziati per il rinnovo contrattuale, fermo da sei anni, basterebbero a malapena per coprire dieci euro a ognuno dei dipendenti pubblici per il solo semestre del 2015". Per il giovane sindacato della scuola, la conseguenza, in termini di risparmi per l’erario, del mancato indennizzo per il quinquennio appena trascorso è evidente: "3 milioni di lavoratori del comparto pubblico, invece di vedersi rimborsati mediamente a fine mese cento euro in più, ne prenderanno soltanto dieci". E non vedranno mai gli altri 5mila euro di arretrati perché al momento della firma del nuovo contratto gli aumenti saranno selettivi e in base alla prestazione dei singoli all’interno dell’unità produttiva.

"E' inaccettabile pensare di rinnovare il contratto sbloccando solo l’indennità di vacanza contrattuale congelata dal legislatore per dieci anni, senza interventi retroattivi né coperture future" commenta Marcello Pacifico presidente Anief. Senza dimenticare, aggiunge, che "sul rapporto stipendi-inflazione vi è una recente sentenza della Corte Costituzionale, che ne impone la perequazione automatica al di là della firma del contratto. Con la copertura che deve essere triennale e adeguata ai valori previsionali dell’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione".

A tal proposito, Pacifico spiega che per recuperare le somme spettanti in termini di arretrati e riallineare le buste paga almeno ai valori dell’inflazione, "non rimane che ricorrere nuovamente in tribunale".
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