(Teleborsa) - Crescono i timori sulla
nuova figura degli insegnanti di sostegno.
Una delle nove deleghe affidate da
La Buona Scuola al Governo riguarda infatti la riforma degli interventi educativi riguardanti gli alunni con disabilità, con il docente specializzato che cambierebbe fortemente la sua connotazione.
L'intenzione è quella di "sanitizzare" il docente di sostegno, più vicino all’area medica che a quella formativa, trasformandolo in uno specialista dell’apprendimento in presenza di uno specifico disturbo.
Il problema, rileva l'Anief, è che nelle scuole pubbliche italiane non operano assistenti ospedalieri o medici, ma insegnanti.
Se un ragazzo necessita di un supporto alla sua formazione, prima di tutto debbono esservi i docenti deputati a farlo. Mentre oggi, ancora dopo la Buona Scuola, ne mancano all'appello oltre 24 mila: in pratica, uno su cinque, ricorda il giovane sindacato.
"Spostare l’attenzione sulla necessità di trasformare l’insegnante in una sorta di assistente sanitario, sarebbe un errore. Il docente di sostegno rimane un docente. Con l’intervento nei confronti degli alunni disabili che deve continuare ad essere collegiale del consiglio di classe, sempre sulla base del progetto educativo" dichiara il Presidente Anief
Marcello Pacifico.