(Teleborsa) - Il
concorso per 90 mila nuovi docenti è ai ai nastri di partenza, a breve uscirà il bando, ma è già
polemica per l’esclusione dei laureati senza abilitazione.
Il problema era emerso già nel mese di luglio.
Il Miur sarebbe intenzionato ad
escludere decine di migliaia di giovani che hanno tarato il loro corso di laurea proprio per diventare insegnanti.
Secondo il sindacato della scuola
Anief, quella di limitare agli abilitati l’accesso alla selezione pubblica per diventare docenti, sarebbe una
decisione affrettata e ingiusta. Perché se applicata in questo momento,
violerebbe il principio di affidamento, a tutela dei candidati al ruolo di insegnanti, derivante dalle procedure sino ad oggi adottate dalla pubblica amministrazione. Procedure che hanno indotto gli stessi aspiranti docenti, a realizzare delle scelte accademiche per ottenere il conseguimento del loro obiettivo professionale.
Tra i danneggiati ci sono pure gli specializzati sul sostegno, a cui si chiudono le porte per l’accesso al nuovo profilo professionale. Già in passato, il Miur ha tentato la stessa strada, ma il Consiglio di Stato ha sempre dato ragione ai ricorrenti.
"Se si decide di cambiare le modalità di accesso al concorso pubblico per diventare docenti - denuncia il Presidente di Anief
Marcello Pacifico - è chiaro che la novità va applicata dall'entrata in vigore della norma. Quindi, non prima del prossimo anno accademico".
"Cambiare le regole in corsa è un’operazione scorretta e illegittima", conclude Pacifico, minacciando di far ricorso.