(Teleborsa) - "Faremo di tutto per evitare incidenti non voluti e
siamo d'accordo sulla necessità di avviare un processo politico che porti a una Siria democratica e unita". E' quanto ha affermato il
ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov al termine dell'incontro con il
segretario di Stato americano, John Kerry, per cercare di arrivare a un punto d'incontro sulla situazione siriana, a conclusione di una giornata che ha segnato i
primi raid anti-Isis in Siria. "E' imperativo trovare una soluzione per evitare un'escalation al di fuori del controllo di tutti", ha affermato dal canto suo il segretario di Stato americano.
Dopo l'
ok del Senato di Mosca, la Russia ha dato il via ai primi raid aerei in Siria, nei pressi di Homs. Ma
è subito polemica sugli obiettivi.
I primi raid russi hanno colpito Talbisa, città vicino a Homs che, per Washington, non è sotto il controllo dello stato islamico. "La Russia deve fermare la sua aggressione in Siria" ha detto il segretario alla Difesa americano, Ash Carter ribadendo che i raid russi in Siria "probabilmente" sono stati lanciati in zone dove non c'è presenza dell'Isis.
Anche la Nato ha espresso preoccupazione per i raid russi. Il
segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha lanciato un
appello a Mosca "a giocare un ruolo costruttivo e a cooperare nella lotta contro l'Isis". Sostenere Assad non aiuterà, ha spiegato Stoltenberg aggiungendo che "non sarà un contributo costruttivo ad una soluzione politica". Adesso "è importante concentrare tutti gli sforzi su una soluzione politica negoziata".