Facebook Pixel
Milano 15-nov
0 0,00%
Nasdaq 15-nov
20.394 -2,40%
Dow Jones 15-nov
43.445 -0,70%
Londra 15-nov
8.064 -0,09%
Francoforte 15-nov
19.211 -0,27%

Scuola, è caccia al supplente

Gli uffici scolastici non riescono ad assegnare la maggior parte delle 100mila cattedre scoperte

Economia, Welfare
Scuola, è caccia al supplente
(Teleborsa) - La riforma della scuola non solo non ha debellato il precariato, ma lo ha addirittura amplificato. Perché in questi giorni gli uffici scolastici territoriali, quelli che una volta si chiamavano Provveditorati agli Studi, stanno riscontrando grosse difficoltà a conferire le supplenze annuali su posti vacanti, con durata continuativa sino al 30 giugno o al 31 agosto 2016.

I primi casi, rileva il sindacato della scuola Anief, si sono riscontrati a Genova, dove su 77 cattedre libere della scuola primaria solo 18 sono state assegnate. Il medesimo copione si è ripetuto, nella stessa città, per le superiori, visto che “si è registrato lo stesso caso di mancata assegnazione di supplenze, per assenza di candidati.

Ma la Buona Scuola non doveva cancellare la "supplentite"? si chiede il giovane sindacato della scuola.

"Quanto sta accadendo è davvero paradossale – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – perché si è creato un sistema altamente burocratizzato e di difficile attuazione, con effetti che si ripercuoteranno inevitabilmente sulla didattica, quando la soluzione era a portata di mano: collocare tutti i docenti abilitati all’insegnamento tra gli aventi diritto al piano di assunzioni".

L’assurdo, continua Pacifico, "è che aver negato questa procedura ha comportato che, comunque, quei posti verranno assegnati agli stessi docenti. Solo che non saranno stati immessi in ruolo, con decine di migliaia di posti destinati alle assunzioni che andranno persi, e arriveranno a ricoprire la cattedra dopo la nomina di più supplenti". Intanto, ricorda il sindacalista, "in 7mila sono stati spediti illegittimamente fuori regione. Mentre altri 40mila precari hanno detto no al ricatto del ruolo a distanza. E la chiamano La Buona Scuola…”.






Condividi
```