(Teleborsa) - Si torna a parlare con sempre più insistenza di una
riforma delle tasse sulla casa, in attesa della
Local Tax e dopo le
dichiarazioni choc del Pemier Matteo Renzi. A fare il punto della situazione è anche
Nomisma, che richiama la necessità di una
riforma del catasto.
Dai dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate emerge che nel 2014 il
gettito TASI-IMU relativo all'abitazione principale è calato del 12,6%, attestandosi a 3,5 miliardi di euro, a fronte dei circa 4 miliardi di euro del 2012. In media i proprietari di prima casa hanno pagato
204 euro nel 2014 contro i 227 euro nel 2012. Dagli stessi documenti diffusi nella prima parte dell’anno risulta che per comprare un’abitazione in Italia servono in media circa 181 mila euro (1.560 euro/mq).
Tali informazioni consentono di quantificare lo
stimolo per il mercato che scaturirebbe dalle ipotesi di azzeramento dell’imposizione sulla prima casa recentemente avanzate. A ben guardare - secondo Nomisma - si tratterebbe di un
incentivo piuttosto modesto, quantificabile in circa lo 0,11% sul primo anno e comunque inferiore all’1%, considerando i valori attualizzati, su un orizzonte decennale. In soldoni significherebbe un risparmio di
17 euro al mese, vale a dire poco più di un quinto del bonus di 80 euro introdotto a partire da maggio 2014.
L'istituto di ricerca mette poi l'accento sui
profili di equità, dato che l'abolizione della TASI non sarebbe solo le famiglie a basso reddito ed andrebbe ad agevolare i nuclei più abbienti.
"La strada maestra per arrivare a un sistema impositivo finalmente più equo - si sottolinea - rimane quella della revisione delle basi imponibili che scaturirebbe dalla
riforma del Catasto che il Governo ha ribadito essere una
priorità" e non quella di intervenire solo sulle aliquote o sui moltiplicatori, che continuerebbero a generare sperequazioni fra città dato che la differenza tra riferimenti catastali e valori di mercato oscilla tra il 36% e il 300%, attestandosi in media al 135%.