(Teleborsa) -
Una legge approvata nonostante le forti criticità, le mancanze e i profili di incostituzionalità. Questo il giudizio del sindacato della scuola
Anief, alla notizia dell'
approvazione de La Buona Scuola alla Camera. Secondo il piccolo sindacato, che promette una battaglia legale, è stata pressoché ignorata la voce di insegnanti e studenti.
Dopo le manifestazioni e gli scioperi, per il sindacato
non c’è altra scelta che passare alla fase dei ricorsi. "Siamo pronti ad aprire il più grande contenzioso della storia della politica scolastica, contro le mancate assunzioni di almeno 100 mila docenti e decine di migliaia di Ata che ne avevano pieno diritto", ha affermato
Marcello Pacifico, Presidente di Anief e segretario organizzativo Confedir.
Sono davvero tanti i punti della riforma contestati:
ad iniziare dalla
chiamata diretta, che affida la vita del personale ai presidi e che
è stata già bocciata dalla Consulta. Una bocciatura preventiva è giunta anche dalla Corte di Giustizia europea, che a novembre si è già espressa negativamente sulla
mancata stabilizzazione dei supplenti con almeno 36 mesi di servizio svolto. Come se non bastasse, il piano straordinario di assunzioni, che non è una concessione ma un atto dovuto che chiede l’Europa da tempo,
lascia a casa anche decine di migliaia di Ata ne avevano piano diritto all'immissione in ruolo. E lascia
scoperto il 30 per cento dell’organico di diritto su posti di sostegno. Questa legge, inoltre, lascia
fermi gli stipendi di un milione di dipendenti della scuola. E invariate, per un decennio, le buste paga della maggior parte quelli dei colleghi in servizio e neo-assunti.
“È vero, ha ragione il premier a dichiarare che questa riforma piace soltanto a lui, ma sarà anche ricordata per quella che piacerà meno ai nostri giudici", afferma Marcello Pacifico.