(Teleborsa) -
Si innalza il numero di docenti italiani ultra sessantenni, confermando l'Italia fra i Paesi OCSE che investono meno nei giovani. Gli ultimi dati Ocse, risalenti al 2014, indicavano che gli insegnanti del nostro Paese sopra la sessantina erano l’11% alle elementari, il 13% alle superiori e il 15% alle medie.
L’ultimo rapporto della
rete Eurydice, presentato alla Commissione europea a Bruxelles, ci dice che la
situazione anagrafica di chi insegna in Italia si è aggravata: 'sono assenti quasi del tutto i docenti delle scuole secondarie di I grado sotto i 30 anni, mentre circa il 44% ha fra i 50 e i 59 anni e
gli over 60 sono quasi il 20%.
Secondo il sindacato della scuola
Anief, il
gap raggiungerà livelli più alti con il ddl La Buona Scuola, perché il testo approvato al Senato esclude a priori che un ragazzo che abbia appena concluso l’università possa accedere ai concorsi pubblici per diventare insegnante, ad iniziare dalla selezione che il Miur renderà pubblica entro il prossimo 1° dicembre.
“La riforma della scuola, prossima all'approvazione allontanerà ulteriormente i giovani laureati", commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal. "Si tratta di un
tentativo che si ripete nel tempo, perché – aggiunge – già nell'ultimo concorso bandito dall'allora ministro Francesco Profumo erano stati esclusi i giovani, salvo poi essere ripescati ai nostri ricorsi.