(Teleborsa) - La
riforma della scuola ha introdotto un nuovo parametro cui commisurare l'aumento della retribuzione degli insegnanti, il
merito, ma ci si chiede
quanto frutterà a chi lavora nella scuola?I calcoli sono presto fatti e il
compenso per il maggior sforzo è davvero misero: 60 euro al mese di aumento ad appena il 10% di personale. Insomma, ben poca cosa per compensare chi si impegna di più.
La cifra - riportata dal sindacato Anief - si evince dallo stanziamento complessivo di
200 milioni previsto nel disegno di legge approvato dal governo, da dividere per gli oltre 8.400 istituti autonomi: dai circa 24 mila euro da assegnare, in media, ad ogni scuola vanno detratti fino a 10 mila euro destinati ai vicari dei presidi.
Rimangono 14-15 mila euro ad istituto: una vera miseria, che andrà ad incentivare solo un dipendente ogni dieci, mentre nella prima versione della riforma si parlava di premi da destinare al 66% di lavoratori.
C'è di più, l'aumento riconosciuto solo ad alcuni
non andrà neanche a compensare il congelamento degli scatti. Il Presidente dell'Anief
Marcello Pacifico, ricorda "secondo i nostri calcoli, dal 2009 al 2018, il periodo in cui gli stipendi dei dipendenti sono stati e saranno sottoposti al blocco contrattuale, ad ogni dipendente della scuola andrebbero invece assegnati 70 euro al mese. Altrimenti le loro buste paga continueranno a rimanere sotto l’inflazione".i