(Teleborsa) - Si riapre il dibattito sull’
assunzione in blocco dei 150 mila docenti precari, prevista da
La Buona Scuola, in risposta alla clamorosa sentenza della Corte di giustizia europea.
Un
allarme è stato lanciato dalla Fondazione Agnelli, dalle pagine del Corriere della sera, dove si sostiene che vi sarà una
ricaduta qualitativa, poiché gli insegnanti che si stanno per assumere non sono quelli di cui la scuola avrebbe bisogno: troppi al Sud (dove ci saranno meno studenti) e troppo pochi di materie come la matematica.
Si è parlato a questo proposito di
"mismatch disciplinare e territoriale", dimostrando, con qualche numero che vi sono aree disciplinari in cui vi è una carenza di personale, non colmabile con i precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento (GaE), ed altre aree in cui vi sono troppi docenti, che ci metterebbero anni per essere assorbiti.
Il problema? E' tutta una questione di
programmazione inversa che, anziché partire dall'analisi dei profili di cui ha bisogno la scuola, parte proprio dal numero dei precari che bisogna inserire (e in blocco!).
Un parere diverso è stato espresso da
Marcello Pacifico, Presidente del sindacato della scuola
Anief, che per lungo tempo si è battuto sulla questione dei precari. Per il leader sindacale
non esiste alcun "boomerang" o "mismatch disciplinare e territoriale", perché il personale verrà assunto sulla base di graduatorie di merito conseguenti a concorsi pubblici e a tirocini abilitanti. Il problema - si sottolinea - è piuttosto sull'
equivoco mai superato tra organico di fatto e di diritto e, di conseguenza, sull'utilizzo indiscriminato. negli ultimi venti anni. dei contratti a termine.