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Tre precari diventano presidi. L'Italia delle contraddizioni

Economia, Welfare
Tre precari diventano presidi. L'Italia delle contraddizioni
(Teleborsa) - Tre insegnanti precari di lunga durata hanno cambiato il corso della propria carriera, passando da una situazione di estrema incertezza alla condizione di preside, senza aspettare l'immissione in ruolo da docenti. E' l'Italia delle contraddizioni, soprattutto nel mondo della scuola, dove la condizione di precarietà è comune a molti.

Tutto è accaduto grazie ad una sentenza del Consiglio di Stato, che ha permesso la partecipazione dei precari con cinque anni di servizio all'ultimo concorso per dirigenti scolastici, respingendo l'appello del Ministero dell'Istruzione, che aveva chiesto la sospensione cautelare della sentenza pronunciata dal TAR del Lazio.

I giudici di Palazzo Spada hanno giudicato infondata la tesi sostenuta dall'avvocatura dello Stato e ritenuto convincenti le argomentazioni del Tar Lazio che - applicando il principio comunitario di non discriminazione rispetto ai contratti a termine - aveva disapplicato la normativa italiana e ammesso i docenti precari alle prove concorsuali per diventare dirigenti scolastici. Da oggi tre di essi, difesi in appello dagli avvocati del sindacato della scuola Anief, potranno finalmente invocare l'assunzione come dirigenti.

Una vittoria storica che giunge con un mese di anticipo sull'attesissima sentenza della Corte di giustizia europea, chiamata ad esprimersi il prossimo 26 novembre sulla stabilizzazione dei precari della scuola, che ha già costretto il governo ad annunciare l'assunzione di 150 mila precari.
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