(Teleborsa) - Superare precariato e "supplentite" anche chiedendo ai docenti di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull'anzianità? Non è una cattiva idea, a patto che si adegui lo stipendio all'inflazione. A commentare quanto
anticipato oggi dal Premier Renzi in merito alla riforma della scuola che verrà presentata domani mattina è l'associazione sindacale
Anief.
"La proposta del Governo può essere condivisa ma a condizione che contemporaneamente si leghino i loro stipendi al costo della vita", afferma
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, spiegando che negli ultimi anni l'inflazione è cresciuta del 12%, rispetto agli aumenti delle buste paga dei docenti, che hanno il contratto scaduto dal 2009, incrementate solo dell'8% a fronte dell'aumento del 18% registrato nel comparto privato.
Non solo: "i lievi incrementi sono stati tra l'altro erogati soltanto grazie al taglio di tante decine di migliaia di posti di lavoro e di due terzi delle attività aggiuntive di insegnamento", precisa il sindacalista Anief-Confedir.