(Teleborsa) - La crisi miete nuove vittime, coinvolgendo ancora centinaia di lavoratori del centro Italia, che protestano contro i licenziamenti e le chiusure, sempre più numerose, di impianti. Dopo il caso più eclatante di Indesit, questa volta a scendere in piazza sono i lavoratori di Italcementi, che protestano contro la possibile chiusura dello stabilimento di Scafa.
I lavoratori sono tornati in piazza oggi, paralizzando la Tiburina Valeria, in località Scafa (Pescara), perché è a rischio la sopravvivenza dell'impianto, causata dalla crisi del settore edile e cementiero.
Intanto, il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa ha annunciato un incontro il prossimo 5 settembre a Roma, con il Ministro Gaetano Quagliarello ed il sottosegretario Giovanni Legnini.
L'azienda, da parte sua, ha sottolineato che "la chiusura dell'impianto di Scafa dipende dal perdurare delle condizioni del mercato del cemento in Italia, che registra un volume di vendite più che dimezzato rispetto a sette anni fa". La chiusura dello stabilimento, ha aggiunto, è il risultato di una attenta analisi e razionalizzazione della struttura produttiva, improntata a criterie di efficienza.