Nel mondo della disinformazione, travolti un giorno dopo l'altro dalle notizie che si accavallano, nessuno ha più il tempo di leggere i testi proposti dal governo o quelli approvati dal Parlamento. Si discute spesso solo per sentito dire.
Nella breve pausa pasquale, c'è invece il tempo di dare una sbirciata al testo varato dal Consiglio dei Ministri per riformare la RAI, sottraendola finalmente alla morsa dei partiti, per restituirle agilità e farla ritornare ai fasti culturali del passato.
Bisogna leggere il testo, per come è stato diffuso, per farsi un'idea del passato assai lontano, politico ed istituzionale, che viene prospettato.
Innanzitutto c'è la centralità del Consiglio dei Ministri, prima ancora che del governo.
In primo luogo, il contratto di servizio che disciplina i rapporti tra lo Stato e la RAI viene approvato “previa delibera del Consiglio dei Ministri”, così come è previsto che “Il Consiglio dei Ministri delibera gli indirizzi per il raggiungimento dell'intesa con l'Autorità”. In pratica, siamo tornati al tempo del Gran Consiglio, visto che anche l'attuale governo non si fida più dell'autonomia del Ministro delle Infrastrutture, cui spetta firmare il contratto di servizio.
Passiamo alla nomina del Consiglio di amministrazione, i cui componenti scendono da 9 a 7 membri. Qui il governo ha, insieme alla sua maggioranza, una posizione di potere blindato. Oggi, la Commissione parlamentare di vigilanza elegge 7 membri, con voto limitato ad 1: praticamente, c'è una ampia rappresentanza di tutte le componenti politiche. In futuro i rappresentanti del Parlamento saranno ridotti a quattro: dimagriti di tre unità. Secondo la vigente legge Gasparri, al Ministero dell'economia spetta nominare il Presidente ed un altro membro del Cda, ma la nomina del Presidente è soggetta alla preventiva valutazione positiva della Commissione di vigilanza, che diviene efficace solo se viene approvata con la maggioranza dei due terzi: il Presidente deve essere il garante di tutti.
Non solo salta questa procedura di verifica parlamentare, ma saltano i requisiti previsti dalla Gasparri per assicurare la elevata professionalità dei componenti del Consiglio di Amministrazione della RAI: oggi devono avere i requisiti richiesti per la nomina a giudice costituzionale, o comunque deve trattarsi di persone di riconosciuto prestigio ed esperienza manageriale. L'ondata di giovanilismo fa sì che in futuro possa essere eletto chiunque.
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