(Teleborsa) -
Monitorare il
dissesto idrogeologico utilizzando
immagini satellitari fornite dalla rete
"CosmoSkyMed" dell’
Agenzia Spaziale Italiana (ASI): questo l'obiettivo dell’accordo tra
ENEA, l’azienda
Planetek Italia e il
Comune di Messina per garantire la
sicurezza del territorio della frazione di
Altolìa. Grazie alle più
avanzate tecnologie satellitari, sarà possibile individuare
nuove frane e tenere sotto osservazione quelle esistenti. Oltre all’attività di monitoraggio satellitare real time,
il team di ricerca metterà a punto uno studio storico (per il periodo 2014-2018) e una previsione al
2023 del dissesto idrogeologico di tutta l’area, pari a circa 25 km2. Inoltre, una squadra di geologi
ENEA sarà impegnata sul campo per verificare i fenomeni naturali, in modo da confrontare le informazioni elaborate a partire dalle
immagini satellitari.Il
team di ricerca utilizzerà i
dati provenienti dal sensore radar posto sulla piattaforma satellitare
‘CosmoSKY-Med’, che rappresenta il più grande investimento italiano in sistemi spaziali per l’osservazione della Terra per uso civile e di difesa. I
segnali radar permetteranno di fare misure a grandi distanze (anche centinaia di chilometri) e di ottenere, ogni 30 giorni, immagini ad alta definizione del territorio (5 metri), rilevando movimenti franosi anche millimetrici ed eventual
i ‘anomalie’ su edifici, ponti e viadotti.Queste
immagini saranno quindi elaborate su una
piattaforma cloud di servizi geo-informativi (Rheticus®), attraverso una particolare tecnica di
‘imaging’ che permette di elaborare
mappe di velocità delle frane. “In questo modo saremo in grado di capire se qualcosa è cambiato nell’intervallo di tempo tra le diverse acquisizioni satellitari e di
verificare e misurare con estrema accuratezza le deformazioni del terreno provocate da frane, eruzioni vulcaniche e terremoti.
Ma non solo. Infatti, l’utilizzo dei dati satellitari garantirà l’abbattimento dei
costi di controllo del territorio e un’efficace azione di monitoraggio delle aree a rischio che permetterà all’amministrazione comunale di mettere in atto
misure preventive di salvaguardia”, spiega
Francesco Immordino, ricercatore ENEA del laboratorio di “Tecnologie per la dinamica delle strutture e la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico”.
Con il
monitoraggio satellitare si riesce a coprire un’area molto vasta in tempi molto ridotti: dopo
Altolìa, il prossimo passo sarà quello di estendere lo studio a tutto il comune di M
essina e a quello di Niscemi, in Sicilia. “Ma questa nuova tipologia di indagine che accoppia dati satellitari all’
indagine sul campo, punta a diventare un ‘modello’ di controllo e previsione del
dissesto idrogeologico applicabile in qualunque altra parte d’Italia”, conclude Immordino.