(Teleborsa) - Un
segnale forte. Una
scelta di campo maturata nei giorni del
lockdown, quando hanno cominciato ad essere evidenti le conseguenze tragiche della pandemia sull'economia italiana: interrompere la ricerca della localizzazione internazionale economicamente più attrattiva per
privilegiare il nostro Paese che vive il suo
momento più drammatico dal Secondo Dopoguerra.
Proiettata al
futuro, nel segno come sempre dell'
innovazione, Menarini risponde
"presente" all'appello e sceglie l'Italia per il suo
nuovo stabilimento da
40.000 mq che
darà lavoro a 250 persone dirette e ad altrettante nell'indotto. Un investimento da
150 milioni di euro, per il sito
più moderno oltre che u
no dei più grandi del Gruppo che, di fatto, marcherà e viaggerà di pari passo con la
voglia dell'Italia di ricominciare a correre.
"Abbiamo preso una
decisione di cuore, condivisa con il CdA: privilegiare il nostro Paese, e farlo subito, con un investimento di 150 milioni che dia immediatamente un contributo all'economia e all'occupazione", hanno commentato
Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini. "Siamo un'azienda italiana e siamo orgogliosi di esserlo. Qui produrremo farmaci che sono l'essenza del Gruppo Menarini, utilizzati ogni giorno da decine di milioni di pazienti in Italia e all'estero".
Il sito sarà realizzato nell'area fiorentina,
occuperà 40.000 mq e darà lavoro a 250 persone dirette e ad altrettante nell'indotto. Sarà uno stabilimento di smart manufacturing, con tecnologie produttive innovative e sistemi di automazione e digitalizzazione in linea con il programma Industry 4.0 con importanti obiettivi di sostenibilità ambientale. Lo stabilimento avrà una capacità produttiva annua di circa
100 milioni di confezioni corrispondenti a circa 3 miliardi di compresse e porterà impressa la voglia di rilancio che gli ha dato vita, grazie ad un’iniziativa particolare: "Questo stabilimento avrà un nome, un pò come un bambino – continuano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti - Saranno i nostri dipendenti a sceglierlo. Un nome che riassuma il coraggio, la volontà e il cuore dell'Italia che vuole rialzarsi e fare squadra nei momenti più difficili".
Il Gruppo
Menarini, che ha
da poco annunciato l'offerta di acquisto sulla biotech statunitense Stemline, ha
chiuso il 2019 con conti in crescita rispetto al 2018.
Il
fatturato sfiora i
3 miliardi e 800 milioni di euro (3.793 milioni), in crescita del 3,2% rispetto al 2018, e l'
ebitda è di
492 milioni. La crescita è stata trainata dai mercati internazionali nonostante la
scadenza di brevetto di Adenuric (febuxostat), farmaco per
l'iperuricemia. "
L'anno che si è
chiuso non risentiva ovviamente della
crisi Covid, e ha visto Menarini aumentare la sua presenza all'estero e rafforzare la sua governance con la
nomina, a settembre, del CEO del Gruppo,
Elcin Barker Ergun. Oggi il fatturato internazionale è il 77% del totale grazie alla dedizione e impegno dei nostri dipendenti che portano la qualità dei farmaci Menarini nel mondo", ha commentato
Eric Cornut, presidente del Gruppo Menarini.