(Teleborsa) - La
riforma dell'ESM, meglio noto come
Fondo salva-stati europeo, istituito dopo la crisi finanziaria del 2011, continua a destare
molte perplessità,
non solo in ambienti politici, ma anche
nel mondo bancario.
Ne ha parlato anche il
Presidente dell'ABI, Antonio Patuelli, in vista dell'approvazione a dicembre, avvertendo che le
banche italiane potrebbero smettere di acquistare titoli di Stato italiani se la riforma
"altererà le condizioni" per chi detiene titoli rappresentativi del debito pubblico.
Le banche italiane hanno in pancia molti BTP, pari a circa 400 miliardi di debito pubblico, e sarebbero penalizzate da una riforma che punta a
modificare le clausole di azione collettiva (Cacs), rendendo
più agevole la "ristrutturazione" del debito agli Stati membri.
Patuelli ha detto anche di non esser
mai stato consultato né ascoltato in merito ad una riforma sulla quale l'Eurogruppo ha già trovato un accordo. E poi ha aggiunto che questo n
on è un problema che riguarda le banche, quanto piuttosto la Repubblica ed il suo debito, e che le banche
si comportano da investitori. "Siamo liberi di comprare quello che vogliamo, non abbiamo vincolo di portafogli", ha affermaot il Presidente dell'ABI, aggiungendo "come investitore il mio problema è che cosa la Repubblica fa per tutelare il debito pubblico" e "
se le condizioni relative al debito pubblico si alterano, o per maggiori assorbimenti, o per elementi che favoriscono sinistri, è chiaro che
le banche italiane sottoscriveranno meno debito pubblico. E non saranno mica solo le banche".