(Teleborsa) - Con
più di 3 grandinate al giorno solo dall'inizio dell’estate 2020 è
allarme nelle campagne con la vendemmia in corso e la frutta matura da raccogliere. E' quanto emerge da un'
analisi della Coldiretti su dati ESWD in riferimento all'ultima ondata di
maltempo che ha
colpito il nord Italia dal Piemonte al Veneto fino al Trentino Alto Adige con
bombe di acqua e ghiaccio che hanno investito, la fascia veneta del basso Garda a Lazise colpendo i
vigneti di Bardolino e Chiaretto, quella fra Vicenza e Treviso devastando
mais soia e frumento, l'area torinese con alberi sradicati e la zona del Brennero con allagamenti e frane.
Ma non si tratta purtroppo di un fenomeno isolato – spiega Coldiretti – perché lungo tutta la Penisola in poco più di un mese e mezzo si sono verificati 484 eventi estremi fra violenti nubifragi, trombe d'aria, grandinate e bombe d'acqua che hanno
causato pesanti danni a uliveti, ortaggi in pieno campo, frutteti, vigneti e tabacco ma anche a strutture rurali con tetti scoperchiati e serre divelte.
Siamo di fronte – evidenzia la Coldiretti – alle
conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con
costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.
I
cambiamenti climatici hanno fatto esplodere il
pericolo idrogeologico – sottolinea la Coldiretti – su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall'abbandono con il risultato che sono saliti a
7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che
sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Una situazione aggravata dal fatto che – evidenzia la Coldiretti – il territorio italiano è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall'abbandono con la perdita negli ultimi 25 anni di oltre un quarto (-28%) della superficie agricola utilizzabile in Italia ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari secondo la Coldiretti.