(Teleborsa) - Il
MIT rimette in discussione il progetto di realizzazione della
Gronda di Genova ad opera di
Autostrade per l'Italia, ma la società
replica alle risultanze dell'analisi costi-benefici pubblicata sul sito del MIT, affermando che "è caratterizzata da
errori macroscopici, soluzioni tecniche irrealizzabili, valutazioni dei dati del tutto arbitrarie".
"Nonostante tale uso assolutamente non corretto dei parametri, su cui Autostrade per l’Italia si riserva azioni legali a propria tutela,
l’esito dell’analisi costi-benefici è positivo, confermando la netta
prevalenza dei benefici sui costi dell’opera", afferma.
"Qualora fosse tenuta in considerazione - precisa una nota di ASPI - questa analisi costi-benefici avrebbe come
unico effetto quello di ritardare ulteriormente la realizzazione dell’opera, fortemente voluta dalla comunità genovese, dalle istituzioni locali e dall’intero mondo produttivo.
Per la concessionaria, infatti, "qualunque tipo di modifica del progetto farebbe
ripartire da zero l’iter progettuale e autorizzativo della Gronda, causando un
ritardo di 6-10 anni nella realizzazione dell’opera, determinando il rischio di affossarla definitivamente". E sottolinea che "sono da ritenersi molto più
rilevanti e preziosi i suggerimenti sul campo fatti da migliaia di
cittadini genovesi nell’ambito del
dibattito pubblico, primo esperimento del genere in Italia, rispetto ad astruse opzioni studiate a tavolino a Roma".
ASPI ha messo in luce anche le
principali incongruenze contenute nell'analisi: le soluzioni
alternative proposte non sono tecnicamente realizzabili, in quanto i lavori necessari non sono eseguibili, oppure bloccherebbero di fatto il traffico da e verso Savona per numerosi anni ed anziché spostare il traffico pesante al di fuori del tessuto urbano, caricherebbero di pesanti flussi le tratte cittadine; la
cancellazione del progetto, che ha da tempo completato il suo iter autorizzativo,
determinerebbe danni ingenti per lo Stato, in quanto ASPI ha già effettuato il 92% di espropri sul territorio e bandito gare per circa 700 mln di euro ed il mancato avvio dei lavori comporterebbe il
risarcimento di oltre 1 miliardo di euro per i lavori finora svolti; il
costo finale dell’opera è di 4,3 miliardi di euro, invece dei 4,7 erroneamente riportati dallo studio MIT; l'analisi poi è
basata su un progetto superato (quanto a planimetrie) della Gronda e non tiene conto della
liberalizzazione del tratto della A10 tra Prà e Genova Aeroporto.