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La Merkel prova a tenere a bada Bundesbank e falchi tedeschi

Economia
La Merkel prova a tenere a bada Bundesbank e falchi tedeschi
(Teleborsa) - Quando si parla di Grecia è bene "pesare le parole" perché c'è in gioco il futuro di tutta l'Eurozona.
Così la Cancelliera tedesca Angela Merkel tenta di calmare gli animi di alcuni connazionali a proposito di Atene e Grexit.
Un gesto inatteso quanto estremo dettato dall'esigenza di placare toni che si stanno facendo quasi esasperanti.
Tutto è iniziato dopo che Alexander Dobrindt, segretario generale dell'Unione Cristiano Sociale (Csu, il partito bavarese gemello dei cristiano democratici della Merkel), aveva dichiarato ad un quotidiano tedesco che nel 2013 la Grecia non avrebbe più fatto parte dell'Euro.
Parole sicuramente più politiche che divinatorie, ovvero più dettate da scopi di campagna elettorale che da vere e proprie analisi economico-finanziarie, certo, ma che hanno innescato una reazione a catena di commenti anti-Atene che in questo momento, secondo la Kanzlerin, proprio non sono appropriati.

Come se non bastasse, ci si è messo anche il vicecancelliere e Ministro delle Finanze, Philipp Roesler. Non avendo gradito l'inattesa apertura di Vienna ad eventuali concessioni temporali alla penisola ellenica, Roesler ha tenuto a precisare che ad Atene non verranno concessi "né sei mesi, né due anni".

Inevitabile un intervento di Frau Merkel per sedare gli animi, dunque. E così, i una intervista alla tv ARD, la Cancelliera ha invitato i colleghi a "pesare attentamente le parole" quando si tratta di Grecia, anche perché il Governo Samaras si sta muovendo seriamente per ridurre il debito del Paese.

Tra i 'falchi' tedeschi figura in un certo senso anche la Bundesbank che, con la sua 'ortodossia', rifiuta molti delle possibili forme di intervento della Banca Centrale Europea nella crisi del debito.
Frau Merkel ha commentato anche le parole di fuoco rivolte dal Presidente della BuBa, James Weidmann, a Mario Draghi. "L'Eurotower farà tutto nel rispetto del proprio mandato", assicura la Kanzlerin, senza tuttavia disdegnare la linea d'azione del connazionale.

In una intervista allo Spiegel, Weidmann aveva criticato l'operato di Francoforte affermando che la proposta di acquistare bond di Stato aumenterebbe la dipendenza dei Governi dalla BCE senza comunque risolvere i problemi. A muoversi dovrebbero essere i Parlamenti, non le banche centrali, ha detto.
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