(Teleborsa) - A luci e ombre i dati sul comparto manifatturiero cinese illustrati oggi da due report separati.
Il PMI elaborato da HSBC ha messo a segno il maggior incremento degli ultimi 21 mesi portandosi ai massimi da febbraio a 49,3 punti rispetto al 48,2 di giugno. Il dato, tuttavia, oltre a rimanere in zona contrazione per il nono mese consecutivo, ha deluso le attese degli analisti che lo vedevano a quota 49,5.
Poco sopra la soglia che separa l'espansione dalla contrazione, ma in lieve peggioramento, l'indicatore sullo stato di salute della manifattura elaborato dal Governo di Pechino.
Sempre a luglio, il dato si è attestato a quota 50,1 punti rispetto ai 50,2 del mese precedente, e a fronte del 50,4 del consensus.
I due indicatori mostrano come le recenti misure di stimolo abbiano prodotto qualche effetto positivo su un'economia che tuttavia, anche a causa della debole congiuntura globale, potrebbe aver bisogno di ulteriore sostegni.
D'altra parte, alcuni economisti più scettici affermano invece che gli interventi della People's Bank of China avrebbero dovuto avere ripercussioni più positive: è evidente, dunque, che qualsiasi altro intervento, in questo momento, non produrrebbe grandi effetti sul Dragone.