(Teleborsa) -
Nuvoloni all'orizzonte per le
banche italiane. L'allarme è contenuto nel rapporto
"Banche italiane su un piano inclinato" della società di consulenza internazionale
Oliver Wyman, anticipato ieri da
IlSole24Ore. "Senza nuove crisi, senza recessione, senza aumenti di capitale significativi dovuti alla nuova regolamentazione", "nei prossimi
cinque anni la media delle banche italiane vedrà una
riduzione dei ricavi, in termini di margine di intermediazione, del
10% con punte del 15% per quelle più esposte sul credito e sui titoli di stato", sottolinea Claudio
Torcellan, partner di Oliver Wyman.
TERAPIA SHOCK - Secondo le stime, ipotizzando che lo
scenario macro non peggiori (aprendo la strada ad un panorama ancor più cupo) per arginare la
compressione dei ricavi e mantenere la
redditività (comunque scarsa) del capitale sui livelli attuali, gli istituti di credito dovranno tagliare
5 miliardi di costi a livello di sistema - il doppio (10) per allinearsi alla media delle
sorelle europee - che corrispondono a circa
70.000 risorse e a 7.000 filiali nel corso dei prossimi
5 anni. La strada, osservano da
OW, è comunque
segnata e porta dritto ad un
ripensamento totale del business model, come tra l'altro ha sottolineato proprio ieri
Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo , durante il suo intervento all'evento
"The Italian Banking Conference 2019" organizzato congiuntamente da The Ruling Companies e Luiss Business School. "L'attuale business model delle banche è
senza futuro - ha detto - sottolineando che "occorre spostarsi verso la
fornitura di servizi e orientarsi nella direzione della
sostenibilità ambientale con particolare riferimento al cambiamento climatico".
“In un mondo di
tassi negativi destinati a perdurare il
business model delle banche va ripensato. Occorre individuare nuovi servizi mettendo il cliente e le sue esigenze al centro", ha fatto eco
Antonio Ambrosetti, Ad The Ruling Companies.
LA REPLICA DELL' ABI: proposte soluzione estremamente semplicistiche - Il rapporto "shock" non è di certo passato inosservato provocando l'immediata reazione dell'
Abi, impegnata, tra l'altro, nelle
trattative con i sindacati per il rinnovo del
contratto dei bancari. In una nota ufficiale, l'associazione delle banche tricolori guidata da Antonio Patuelli, ha fatto sapere che si riserva di analizzare "
con cura ed attenzione" lo studio riportato ma intanto sottolinea che i numeri indicati nel rapporto, che replicano quelli diffusi lo scorso anno dalla stessa società di consulenza con uno studio analogo, appaiono rappresentare
"proposte di soluzione estremamente semplicistiche e non condivisibili, che non riconoscono i
progressi realizzati dal settore anche con
grande responsabilità sociale e
omologano con una ricetta unica un
settore ampiamente diversificato". A tal proposito, l
'Abi ha sottolineato come le banche in Italia, anche nel recente passato, abbiano dato prova di saper affrontare momenti non facili, gestendo con grande attenzione, anche sociale, le possibili ricadute sui lavoratori,
individuando insieme alle organizzazioni sindacali le migliori soluzioni su base volontaria.(Foto: © Grosescu Alberto | 123RF)