(Teleborsa) -
A cinque giorni dalla presa di Kabul arriva il mea culpa dell'Alto rappresentante dell'UE,
Joseph Borrell che
ammette il fallimento di questi 20 anni di missione per la pace e
sollecita un coordinamento per affrontare la crisi umanitaria.
In un'audizione straordinaria al Parlamento europeo, Borrell ha parlato di
"una catastrofe, un incubo" ed ha riconosciuto che la situazione è peggiorata "troppo velocemente".
"Gli Usa hanno speso 300 milioni al giorno per l'Afghanistan negli ultimi 20 anni ma i risultati sono molto modesti", ha notato amaramente l'Alto rappresentante, aggiungendo
"dobbiamo chiederci cosa non ha funzionato".
Adesso - ha affermato - "
dobbiamo sostenere il popolo afgano, non solo chi vuole lasciare il Paese, ma anche chi vuole rimanere" e, a tale scopo, è necessario
aprire "canali di comunicazione con chi è al governo", che non vuol dire riconoscere lo stato dei Talebani. Borrell ha parlato anche di avviare un
coordinamento con la Russia e la Cina e con i Paesi vicini, per limitare i rischi di terrorismo
L'Alto rappresentante ha anche parlato di
bloccare gli aiuti per lo sviluppo sinora assicurati all'Afghanistan, perché occorre fare una distinzione fra aiuti e gli aiuti umanitari. "
L'aiuto umanitario dovrà essere incrementato - ha spiegato - mentre l'aiuto allo sviluppo deve essere interrotto fino a quando non avremo capito quale sia il comportamento di chi guida il Paese".
Frattanto, mentre il Presidente americano Joe Biden è sulla graticola per la questione afgana, che il Congresso gli contesta, il Wall Street Journal scrive che i i
diplomatici americani in servizio a Kabul
avvisarono il l segretario di Stato Antony Blinken del rischio di una violenta avanzata talabana
almeno un mese fa, fornendo anche suggerimenti su come accelerare le evacuazioni.
(ANSA).