(Teleborsa) -
L'attività della manifattura in Giappone nel mese di agosto si conferma debole. Il Jibun Bank Japan Manufacturing Purchasing Managers' Index™ (PMI), pubblicato da Markit, indica un valore di 49,3 punti, in calo rispetto ai 49,4 punti di luglio.
L'indicatore, che risulta inferiore al consensus di 49,5 punti, si conferma anche al di sotto della soglia critica dei 50 punti che fa da spartiacque tra contrazione e crescita.
Commentando gli ultimi risultati del sondaggio,
Joe Hayes, economista di IHS Markit, ha dichiarato: "I produttori di beni giapponesi hanno continuato a segnalare condizioni difficili durante il mese di agosto, riflettendo il più ampio tono regionale all'interno dell'economia manifatturiera APAC. L'indice principale è stato tra i più bassi visti in tutto negli ultimi tre anni. Il settore è stato afflitto da tagli alla produzione e dalla flessione della domanda, che sono stati i trend finora nel 2019. È stato segnalato che una crescita più moderata in Asia, in particolare in Cina, ha intaccato opportunità di esportazione. Nel frattempo, l'escalation delle tensioni con la Corea aggiungono semplicemente un ulteriore rischio al ribasso in un ambiente già fragile. I dati di agosto hanno mostrato un nono calo mensile delle vendite all'esportazione, mentre il mercato interno è stato altrettanto debole. Le aziende restano diffidenti nei confronti delle prospettive del settore manifatturiero, caute sul ruolo che avrà un aumento dell'imposta sui consumi, oltre al calo della domanda relativa ai Giochi olimpici prima di Tokyo 2020.
Con i venti contrari esterni e interni in abbondanza, è difficile prevedere miglioramenti a breve termine nel settore manifatturiero giapponese".