(Teleborsa) - La
Corte scozzese
non ha ancora imposto al Premier Britannico
Boris Johnson di chiedere
un rinvio della Brexit oltre la scadenza del 31 ottobre, se non troverà un accordo sul divorzio entro due settimane, come richiesto dalla
legge anti no-deal approvata dalle opposizioni in Parlamento ad inizio settembre.
Nessuna ingiunzione preventiva al Premier dunque dalla Corte, che doveva decidere su una
istanza presentata da attivisti e politici pro Remain, che chiedevano una specie di verdetto anticipato rispetto alla legge anti no-deal.
E se la giustizia dà più tempo al Regno Unito per trovare l'accordo con l'UE,
Londra lancia l'ennesimo aut aut:
"compromesso da parte dell'Ue oppure sarà uscita senza accordo".
Oggi il negoziatore per la Brexit
David Frost ed il suo team sono di nuovo a Bruxelles per andare avanti nelle trattative. Secondo alcune fonti vicine ai negoziati "questa è l'opportunità per chiudere un accordo: un'intesa che sia sostenuta dai parlamentari e che prevede compromessi da tutte le parti".
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