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Bankitalia, Italia ferma nel terzo trimestre. Calo spread significativo

Timori per i nuovi dazi USA: "effetti indiretti potrebbero essere significativi", sottolinea Via Nazionale

Economia
Bankitalia, Italia ferma nel terzo trimestre. Calo spread significativo
(Teleborsa) - Dopo il +0,1% ad aprile-giugno e a gennaio-marzo, l'economia italiana rallenta, con una crescita zero nel terzo trimestre del 2019. Lo afferma la Banca d'Italia nel Bollettino Economico, secondo cui "l'attività economica potrebbe essere rimasta pressochè stazionaria nel trimestre estivo, risentendo, anche nel nostro paese, soprattutto della debolezza della manifattura, a fronte di una crescita leggermente positiva nei servizi e di un modesto recupero nelle costruzioni. Permane il rischio che l'andamento sfavorevole nell'industria si trasmetta agli altri settori dell'economia".

"Alla luce delle informazioni congiunturali più recenti - sottolinea Via Nazionale - i principali previsori istituzionali e privati hanno confermato le proiezioni di un'attività economica pressochè stazionaria. Nella Nota di aggiornamento al Def invece, presentata dal governo a fine settembre, la crescita per il 2019 è indicata a +0,1%.

I nuovi dazi Usa nei confronti dell'Unione europea "riguarderanno una quota relativamente limitata delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti, ma gli effetti indiretti potrebbero essere significativi". La stima di Palazzo Koch è che siano colpite esportazioni italiane per 400 milioni di euro, ma vanno considerati gli effetti "trasmessi attraverso l'interscambio con i nostri partner commerciali dell'area o mediante una revisione dei piani delle imprese".

Anche per queste ragioni, l'intonazione leggermente espansiva della Manovra è motivata da un "quadro macroeconomico meno favorevole del previsto e da rischi al ribasso non trascurabili".

Infine, il calo dello spread con il nuovo governo "è stato significativo" e i tassi sui titoli di Stato italiani "hanno raggiunto nel terzo trimestre i livelli minimi dall'introduzione dell'euro" per "la riduzione dell'incertezza percepita dagli operatori circa gli orientamenti della politica economica e quelli nei riguardi delle istituzioni europee".
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