(Teleborsa) - Il caso della nave Diciotti resta in primo piano e rischia ancora di provocare una potenziale crisi di Governo, nonostante la mano tesa di Salvini al Premier Conte e l'alacre lavoro dei "tecnici" europei per trovare una soluzione a questa nuova emergenza.
"Ieri ho parlato con il presidente Conte, che è persona con cui lavoro benissimo e con cui siamo in perfetta sintonia da due mesi e mezzo", ha detto stamattina il Ministro dell'Interno a radio RTL. Poi sui rapporti con l'altro vicepremier: "Con Luigi Di Maio lavoro molto bene".
Lo scontro si è consumato infatti fra Salvini ed il Presidente della Camera Roberto Fico, a partire dalla giornata di ieri, 22 agosto, per l'accusa di "ingerenza" sulla questione dello sbarco dei 177 migranti, in condizioni di salute pessime e da tre giorni a bordo della nave della marina militare, fatta eccezione per i 27 bambini senza accompagnamento che sono scesi dall'imbarcazione.
E sulla possibilità di un intervento "formale" del Quirinale, Salvini ha risposto: "Non temo assolutamente nulla. Ho la coscienza più che a posto".
"Il mio obiettivo è il No way australiano", ha chiarito Salvini questa mattina alla radio, aggiungendo che "sulla Diciotti sono tutti immigrati illegali" e che "l'Italia non è più il campo profughi d'Europa".
Frattanto, gli sherpa europei sono stati convocati domani, per una riunione informale, per "trovare una soluzione a lungo termine" sulla questione migranti e sbarchi, che anche questa volta ha diviso l'UE. "Lo scopo è discutere un approccio europeo e la strada avanti sulla base dell'esperienza di cooperazione degli Stati sugli sbarchi e la condivisione della responsabilità nelle ultime due settimane", ha chiarito un portavoce della Commissione europea.
A commentare la vicenda anche il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, che imputa l'impasse alla mancata riforma del Parlamento europeo a Dublino, che avrebbe costretto gli Stati al "ricollocamento immediato" dei migranti, senza possibilità di opporsi e con "sanzioni".
Intanto si attendono segnali dalla Commissione europea, accusata dallo stesso Salvini di non fornire risposte adeguate alla ridistribuzione dei migranti. Da Bruxelles fanno sapere di aver convocato una riunione, venerdì 24 agosto, nella capitale belga, per trovare soluzioni condivise. Ma quasi nessuno pare abbia risposto all'appello, solo la Francia e la Spagna avrebbero dato disponibilità all'accoglienza, senza ancora formalizzarla, mente un secco no è arrivato da malta e dall'Irlanda. Il vertice europeo rischia dunque di fare un buco nell'acqua e riportare alla luce le divisioni in Europa.