(Teleborsa) - Si avvicina a grandi passi il 16 marzo data del referendum in Crimea. La consultazione popolare è volta a chiedere ai cittadini se desiderano la separazione dall'Ucraina o meno.
La questione è già passata al vaglio del Parlamento che qualche giorno ha detto sì all'annessione alla Federazione Russa dello stato autonomo di Crimea. La cosa ha suscitato la dura reazione della UE con il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy che non ha esitato a bollare come " illegale" la convocazione del referendum e ha sollecitato Mosca ad avviare trattative costruttive senza perdere altro tempo prezioso, dopo che la diplomazia internazionale sta cercando di trovare una soluzione alla crisi ucraina.
L'ultimo tentativo di mediazione tra ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov e il segretario di Stato americano, John Kerry è terminato con un nulla di fatto .
Intanto, arriva l'ultimo colpo di scena. A Sebastopoli, la città più popolosa della Crimea, afferente territorialmente alla Repubblica autonoma di Crimea, ma di fatto indipendente da questa amministrativamente, possedendo uno statuto speciale, il russo diventa lingua ufficiale. Questo prima ancora che il referendum dei cittadini, per il 70% russi, decida sull'annessione della Crimea alla Russia. Lo riporta l'agenzia russa Itar-Tass, che spiega che Dmitri Belik, sindaco ad interim della città ha deciso che per i documenti di circolazione, fino ad oggi compilati in lingua ucraina, si debba usare il russo.