(Teleborsa) - Il capo dell'opposizione turca, che parteggia per le minoranze curde, ha accusato il partito di governo, l’AKP di Erdogan, di orchestrare degli atteggiamenti nazionalisti che potrebbero spingere la Turchia verso la guerra civile.
“Finora nessuno è morto”, ha detto il leader di HDP, Selahattin Demirtas, “ma siamo nel bel mezzo di una campagna di linciaggio nei nostri confronti”.
Gli scontri armati tra l'esercito di Ankara e il PKK dei militanti curdi si stanno intensificando, dopo il crollo della tregua tra le parti. Il rigurgito nazionalista del governo va ricondotto ai sondaggi in vista delle elezioni del prossimo novembre, che fino ad ora non evidenziano l’auspicato margine di vantaggio per la compagine di Erdogan.
Per questo motivo l'atmosfera in Turchia è sempre più nervosa, con il leader dell’opposizione che ha messo in dubbio il normale svolgimento delle elezioni, dopo aver sostenuto che le unità locali dell’HDP avrebbero subito numerosi attacchi intimidatori in appena due giorni.
Il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ha denunciato gli attacchi tramite Twitter. "E' inaccettabile tutto questo clima intimidatorio, condotto per mezzo di manifestazioni violente contro i presidi locali del partito di opposizione”, ha scritto Davutoglu.
Tuttavia, Demirtas ha accusato anche il primo ministro, oltre al presidente Recep Erdogan, di orientare l’opinione pubblica e decidere unilateralmente di alimentare il clima da guerra civile che sembra delinearsi all’orizzonte.
L'HDP, da parte sua, nega le accuse di essere il braccio politico del militanti del PKK, il partito dei lavori del Kurdistan e suoi dirigenti hanno rispedito al mittente le accuse del partito di governo di voler fomentare disordini per raccogliere il sostegno nazionalista in vista del voto di novembre.
L'HDP è entrato Parlamento per la prima volta alle elezioni di giugno, con una quota del 14% che di fatto ha privato l’AKP di una maggioranza parlamentare assoluta e costretto i leader a negoziare degli accordi di coalizione.