(Teleborsa) - Dopo mesi di trattative, la Grecia ha detto che non accetterà accordi che non prevedano un impegno dei suoi creditori a ridurre il proprio debito.
Le due parti sono adesso ai ferri corti, con il debitore che sostiene che non sarà in grado di crescere economicamente con il carico di debito corrente. I creditori, vogliono invece ottenere il rimborso dei loro fondi. Il debito pubblico complessivo della Grecia, alla fine del primo trimestre, era di 313 miliardi di euro.
Tuttavia, l’opinione pubblica fatica a capire il perché di questo laborioso, quanto doloroso, negoziato, che non arriva mai a definire un accordo definitivo tra le parti.
Ecco alcune risposte alle domande più frequenti.
Che vuole la Grecia?
La Grecia vuole un accordo che preveda una "ristrutturazione del debito”, per porre fine al circolo vizioso degli ultimi cinque anni, durante i quali il paese ha dovuto ricevere continuamente nuovi prestiti per ripagare quelli precedenti.
Che vogliono i creditori della Grecia?
Dopo due cicli di riduzione del debito nel 2012, i creditori hanno detto che prenderebbero in considerazione, se necessario, termini meno vincolanti per il rimborso sui prestiti di salvataggio, compreso il taglio dei tassi di interesse. Questa condizione, però, è subordinata ad alcune condizioni di cui la Grecia deve farsi carico, tra cui il mantenimento di un avanzo di bilancio primario e il pagamento degli interessi.
La Grecia può chiedere di più?
Certo, ma i creditori hanno detto che ulteriori richieste della Grecia, potranno essere discusse solo se Atene riuscirà a soddisfare le condizioni legate ai prestiti d'emergenza coordinati dalla BCE. Questa è una condizione primaria, cioè rispettare integralmente le condizioni imposte dai creditori, prima di ottenere l’erogazione di nuove tranche di aiuti per evitare il default.
Perché i negoziati si incagliano spesso?
Mentre un impegno concreto per la riduzione del debito dei creditori sarebbe più facile da ottenere per la Grecia, come quello per l'approvazione di un nuovo accordo sulle misure di austerità, i creditori europei, prima di fare concessioni alla Grecia, devono prima rispondere ai propri contribuenti.
A chi deve di più la Grecia?
Il Fondo europeo di stabilità finanziaria, cioè quello che prima era il fondo anti crisi della zona euro, ha prestato alla Grecia oltre 130 miliardi di euro ed è il più grosso singolo creditore della Grecia.
Gli Stati membri del blocco della moneta unica sono creditori, complessivamente, per circa 53 miliardi di di euro. La Grecia deve restituire anche 20 miliardi al Fondo Monetario Internazionale.
Anche la BCE è un creditore della Grecia?
La BCE e le banche centrali nazionali dell’euro blocco sono un caso a parte. Insieme, posseggono circa 27 miliardi di euro di titoli di stato greci. Inoltre stanno sostenendo le banche greche per 118 miliardi di euro di liquidità, che non è attualmente inclusa nelle cifre del debito greco.
Quanto deve la Grecia agli altri investitori?
Dopo una prima ristrutturazione e riacquisto di debito nel 2012, gli investitori privati ??detengono meno di 40 miliardi di euro in titoli greci.
Che onere grava su questi debiti?
Sui debiti della Grecia gravano gli interessi che sono più o meno simili a quelli che pagherebbe una società con rating AAA che emette obbligazioni. La Grecia, inoltre, non deve restituire capitali fino al 2023, avendo peraltro un differimento di interesse. La durata media dei prestiti che la Grecia deve alla BCE, tramite il fondo EFSF, è di circa 31 anni, con l'ultimo pagamento dovuto nel 2053, come si può rilevare sul sito web dell’EFSF.
Che dire dei prestiti dovuti al FMI?
La maggior parte dei pagamenti che la Grecia deve al FMI, sono concentrati fino al 2019 e come prestiti del FMI, in linea di principio non possono essere ristrutturati. Gli interessi pagati non sono fissi e dipendono dalla quantità e dal periodo di tempo per cui il denaro è stato prestato. Il tasso medio varia tra il 3% e il 4%.
Che cosa succederà se la Grecia non rispetta le scadenze?
Entrambe le parti, cioè debitori e creditori, sono impegnati in un confronto molto serrato, il cui fallimento porterebbe sicuramente a un default della Grecia e poi all’uscita di Atene dall’euro zona, che comunque deve essere anch’essa negoziata.
Ci potrebbe però essere un altro modo per uscire dall’Eurozona, come afferma il capo economista del FMI, Olivier Blanchard: alla Grecia potrebbe essere chiesto di offrire misure credibili per raggiungere l'avanzo di bilancio e "dimostrare il proprio impegno" ad un insieme più limitato di riforme.
In cambio i creditori si potrebbero accordare per altri finanziamenti e per una riduzione del debito sufficiente a mantenerne la sua sostenibilità.