(Teleborsa) - La riforma La Buona Scuola potrebbe sbagliare tutto, almeno sotto il profilo dei tempi, dei modi e dei numeri delle nuove assunzioni, cui peraltro il governo è obbligato dalla clamorosa sentenza della Corte di giustizia europea.
Lo denunciano i sindacati della scuola, in relazione ai continui rumors che precedono la disciplina normativa, di cui non si conosce ancora la tipologia (decreto? ddl?) né i contenuti, stando al balletto di numeri che trapela da ambienti ministeriali.
È una critica a tutto tondo quella di Anief alle ultime indiscrezioni di stampa in merito al piano di assunzioni previsto dall'ultima Legge di Stabilità: con il ddl in arrivo si vorrebbe ridurre sensibilmente il numero complessivo di immissioni in ruolo da 150 mila a 100 mila e spalmarlo su 2 anni. E vi sarebbe poi la possibilità che tra gli esclusi figurino anche migliaia di candidati risultati idonei a seguito del famoso Concorsone bandito dall’ex ministro Profumo, che avrebbero pieno diritto alla stipula del contratto a tempo indeterminato.
Seguendo questa strada, il Governo sbaglierebbe tutto su tempi, numeri e soluzioni, ad iniziare dal percorso legislativo adottato, giacché per raggiungere lo stesso risultato, non sarebbe neanche necessario un decreto legge, ma basterebbe adottare un semplice decreto ministeriale. Infatti, 135 mila posti vacanti tra docenti e ATA ci sono già ora e basterebbe che il Ministero facesse un semplice censimento serio sulle supplenze al 30 giugno.
“Il Governo può prendere tutto il tempo che vuole, ma deve sapere che i tribunali intanto risarciscono e stabilizzano", ha minacciato il Presidente Anief, Marcello Pacifico, ricordando che chi ha più di 36 mesi va assunto e non licenziato.