(Teleborsa) - Il 27 marzo prossimo sarà un giorno davvero importante per 140mila precari della scuola. Proprio in tale data, infatti, la Corte di Giustizia Europea deciderà sull'abuso di precariato che si attua in Italia nei confronti dei lavoratori che hanno svolto un impiego a tempo determinato, anche non continuativo, per almeno 36 mesi.
La battaglia avviata prima di tutti dal giovane sindacato Anief, per far considerare illegittima l'assunzione reiterata nel tempo su posti vacanti e disponibili fino al 30 giugno o al 31 agosto di ogni anno scolastico, sta dunque per giungere al capolinea.
"È dal 1970 - ricorda il sindacalista Anief-Confedir Marcello Pacifico - che l'Italia assume e licenzia in modo sistematico i docenti della scuola pubblica. Per questo motivo, la sentenza di Lussemburgo potrebbe diventare storica. Perché diamo per scontato che, in caso di pronunciamento favorevole, si apriranno le porte al ruolo per 140 mila docenti precari. In caso contrario, infatti, ogni sentenza potrebbe costare allo Stato una multa davvero esosa, anche di 8 milioni di euro".
"Riteniamo - continua Pacifico - che in caso di sentenza positiva della Corte comunitaria, le immissioni in ruolo dei ricorrenti italiani possano ritenersi più che fondate. C'è da dire, tra l'altro, che di recente la Ragioneria generale dello Stato ha ravvisato che il mantenimento di una mole così alta di precari nella scuola comporta un aggravio annuale all'erario di circa 350 milioni di euro. Che senso ha - conclude il sindacalista - continuare a mantenere queste persone in stato di precarietà?".
Scuola, il 27 marzo sarà il giorno della verità per 140mila precari
18 febbraio 2014 - 18.20