(Teleborsa) - Una sola crisi ma due visioni differenti quella di Confindustria e governo che ieri ha provocato una piccola scaramuccia tra il premier Enrico Letta e l' Associazione degli industriali.
La querelle è nata dopo la pubblicazione del rapporto choc pubblicato questa mattina dall'Ufficio Studi di Confindustria in cui vengono peggiorate le stime per l'anno in corso, confermando una crescita dello 0,7% l'anno venturo, in linea con quanto preventivato a luglio dal Fondo Monetario Internazionale.
Parlare di ripresa avverte l'Associazione degli Industriali è per molti versi "improprio" suona "derisorio" Il "Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale". E i danni, avverte l'associazione di Viale dell'Astronomia "sono commisurabili solo con quelli di una guerra". Un orizzonte plumbeo quello dipinto da Confindustria che non paga sferra una sciabolata alla legge di stabilità che definisce "un'occasione mancata".
Non ci sta il Premier, Enrico Letta che da Bruxelles bacchetta gli industriali dicendo: "gli imprenditori di Confindustria devono essere i primi a sapere che tenere i conti in ordine fa diminuire lo spread' che oggi ha raggiunto il punto più basso in due anni m ezzo…Io ho la responsabilità di tenere la barca Italia in equilibrio e voglio che ci siano strumenti per la crescita senza sfasciare i conti.
Non si fa attendere la risposta del numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi che replica a Letta: il presidente è preoccupato di non sfasciare i conti, per la verità noi non abbiamo chiesto certo di sfasciare i conti...Il nostro obiettivo non è sfasciare il Paese".