(Teleborsa) - "Mosca e Pechino continueranno a rafforzare la fiducia e la cooperazione nella sfera militare e ad espandere la portata delle esercitazioni e dell'addestramento militare". Questa la dichiarazione congiunta firmata a Pechino dai presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping, diffusa allo stato solo dal Cremlino. Nel dettaglio i due Paesi sono pronti a tenere regolarmente pattugliamenti navali e aerei congiunti, a rafforzare il coordinamento e la cooperazione a livello bilaterale e multilaterale, e ad aumentare il potenziale e il livello delle risposte congiunte alle sfide e alle minacce. La dichiarazione, che appare come una sorta di "asse anti-Usa", è stata firmata ieri in occasione della visita di Stato in Cina di Putin che si concluderà oggi. Per il leader del Cremlino è la prima missione all'estero dall'insediamento per il suo quinto mandato e la seconda in Cina in poco più di sei mesi, dopo quella dello scorso ottobre in qualità di ospite speciale per il terzo forum della Belt and Road Initiative (Bri), la Nuova Via della Seta lanciata da Xi nel 2013.

Nel corso del bilaterale durato due ore e mezza, il numero 43 in poco più di 10 anni, i due leader hanno posto l'accento sui legami economici e commerciali: 240,1 miliardi di dollari di interscambio record nel 2023, regolato per il 90% in yuan e rubli a danno del dollaro, a coprire il passaggio di tecnologia a duplice uso decisiva per la macchina militare russa. I due leader hanno annunciato la volontà di approfondire i legami militari ed economici, riflettendo una partnership strategica – rafforzata da 11 accordi inter-governativi e da una dichiarazione ad hoc – volta a sfidare l'ordine globale guidato dagli Stati Uniti dopo colloqui "calorosi e camerateschi", con Xi che ha descritto la loro amicizia come "eterna" e modello di nuove relazioni internazionali.

Sul fronte energetico i legami tra Russia e Cina "continueranno a crescere". Mosca si è detta pronta "a fornire alla Cina energia pulita". Aprendo l'edizione 2024 della China-Russia Expo di Harbin, capoluogo dello Heilongjiang, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la "cooperazione bilaterale aiuta le economie di entrambi i Paesi", dando il benvenuto a tutte le aziende cinesi che vorranno investire in Russia. Mosca spera in progressi verso la firma dell'accordo sul gasdotto "Power of Siberia 2" che permetterebbe di raddoppiare la fornitura di gas naturale verso il Dragone. Harbin, "la piccola Mosca" per i suoi legami ed edifici storici del passato russo, è la seconda e ultima tappa della visita di stato del leader del Cremlino in Cina: in programma c'è anche la visita all'Harbin Institute of Technology, dal 2020 nella black list Usa per i legami con le forze armate cinesi. "La visita di Putin all'Harbin Institute of Technology è una scelta significativa. Dice due cose: solidarietà sino-russa contro le sanzioni americane e maggiore accesso alla tecnologia di difesa cinese per l'industria degli armamenti russa", ha commentato Mathieu Duchatel, analista politico dell'Institut Montaigne.

L'attenzione di Putin è rivolta ai temi del commercio e al relativo sostegno possibile al Paese impegnato nella sua guerra contro l'Ucraina. Il capo del Cremlino è a capo di una consistente delegazione commerciale in cui figurano il ministro delle Finanze Anton Siluanov e il governatore della Banca centrale Elvira Nabiullina. Presenti anche i dirigenti di alcune delle più grandi banche e società energetiche russe, tra cui il ceo di Sberbank German Gref, l'uomo d'affari Oleg Deripaska, il capo di VTB Andrei Kostin, il numero uno di Rosneft Igor Sechin e il capo di Novatek Leonid Mikhelson.

Il sostegno economico e politico della Cina è stato vitale per la Russia dall'inizio della guerra e Putin ha espresso gratitudine per gli sforzi di Pechino. I due leader hanno concordato sulla necessità di "trovare una soluzione politica" e "di fermare ogni passo che contribuisca al prolungamento delle ostilità e all'ulteriore escalation del conflitto". Ma la dichiarazione congiunta ha annunciato i piani per manovre militari congiunte ampliate, pur senza fornire dettagli. Tra i precedenti, quelle nel mar del Giappone e nel Golfo di Oman (con l'Iran), ma il timore è che la cooperazione arrivi anche nel mar Cinese meridionale, le cui acque sono agitate dalle tensioni su Taiwan e dai conteziosi tra Pechino e i Paesi vicini.

Xi, che non può tagliare i legami economici con Usa e Ue che assorbono un combinato di mille miliardi di export made in Cina, nell'incontro con i media senza domande ha detto di "sperare che pace e stabilità siano ristabilite rapidamente sul continente europeo", assicurando "un ruolo costruttivo". A stretto giro però il leader cinese ha dovuto incassare il nuovo monito del Dipartimento di Stato americano: "Pechino non può avere legami con la Russia e l'Occidente, non può giocare su due tavoli", ha avvertito il vice portavoce Vedant Patel.

Putin è arrivato a Pechino con una nutrita delegazione e il nuovo ministro della Difesa Andrei Belousov, economista con forti legami con i vertici mandarini. È la figura chiave per soluzioni utili a criptare transazioni e spedizioni di beni "dual use" proibiti, finiti sempre più nel mirino degli Stati Uniti.