(Teleborsa) - Con la proroga per i versameti delle due rate della rottamazione-quater scadute nel 2023 il fisco potrebbe recuperare i 5,4 miliardi che mancano all'appello, consentendo ai contribuenti interessati di non decadere dai benefici della definizione agevolate delle cartelle esattoriali per non aver pagato gli importi previsti.
I dati sono stati resi noti dalla sottosegretaria all'Economia, Lucia Albano, rispondendo al question time in Commissione finanze alla Camera. Nel dettaglio, Albano ha precisato che "rispetto agli importi da corrispondere per le rate in scadenza nel 2023, pari a 11,9 miliardi di euro, il tasso di decadenza complessivamente registrato si e' attestato al 45,4% pari a 5,4 miliardi di euro". Cifra, quindi, che potrebbe entrate nelle casse dell'erario, probabilmente solo in parte, con la nuova scadenza per i versamenti, fissata con il decreto milleproroghe al 15 marzo 2024 a cui si aggiungono cinque giorni di tolleranza, facendo così arrivare di fatto la scadenza al 20 marzo. Lo stesso termine è previsto per il versamento della terza rata. La sottosegretaria ha fornito anche i dati sui tassi di decadenza delle precedenti rottamazioni: gli importi che i contribuenti, che hanno inizialmente aderito alle definizioni agevolate (che permettono di mettersi in regola con il fisco pagando il dovuto e con uno sconto di interessi e sanzioni) non hanno poi versato.
Il tasso di decadenza è stato pari al 53% per la prima rottamazione, al 67% per la seconda rottamazione e al 70% per terza rottamazione.
Fisco, quanto si può recuperare con la proroga al 15 marzo delle scadenze
Il fisco potrebbe recuperare i 5,4 miliardi che mancano all'appello
16 febbraio 2024 - 17.00