(Teleborsa) - “Se l’anno scolastico 2023-2024 si apre con oltre 200 mila cattedre, un numero impressionante, pari agli abitanti di una città come Venezia, di cui la metà di sostegno, e decine di migliaia di posti di Ata assegnati ai supplenti è tutta colpa dei governi che hanno precarizzato la scuola non tenendo conto delle stabilizzazioni automatiche dopo 36 mesi indicate dall’Unione europea”: lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief all’indomani della comunicazione ai sindacati da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito sui ritardi delle nomine in ruolo e di conseguenza delle assunzioni a tempo determinato.

“Sul precariato scolastico serve una risposta importante – prosegue Pacifico - quindi Anief si dice pronta, attraverso i propri legali, a presentare denuncia di deferimento dell’Italia in Corte di Giustizia europea per l’evidente abuso dei contratti a termine. Nel rilanciare i ricorsi per la stabilizzazione e i risarcimenti danni, il nostro sindacato continua a sostenere che serve al più presto, già con la prossima legge di bilancio, l’attivazione del doppio canale di reclutamento, nella quale dovranno pure essere presenti l’abolizione dei vincoli della mobilità e le indennità di sede e di servizio da assegnare ai lavoratori che operano in condizioni disagiate o lontano dalla residenza”, conclude il sindacalista autonomo.

Anief ricorda che in Italia continua a non essere adottata la direttiva 1999/70/CE, introdotta dal Consiglio europeo proprio per evitare l’abuso sistematico di precariato. Il giovane sindacato, dopo aver denunciato per la prima volta il 16 gennaio 2010 l’abuso dei contratti a termine dei precari italiani, avere ottenuto una prima sentenza di condanna della legislazione italiana con la sentenza Mascolo, il 26 novembre del 2014, dalla Corte di giustizia europea, si dimostra fedele interprete della norma comunitaria.