(Teleborsa) - Nel corso della conferenza stampa della presidente Christine Lagarde è emerso chiaramente che nella riunione di marzo la Banca centrale europea (BCE) ha cercato di fare una sintesi tra le due posizioni estreme all'interno del consiglio direttivo, ovvero chi propendeva per un nulla di fatto ed attendere gli sviluppi (in particolare del conflitto in Ucraina) e chi invece propendeva per agire senza alcuna condizionalità verso la fine del quantitative easing (QE). Il risultato è stata comunque una posizione più hawkish: se è vero che la BCE mantiene tutte le opzioni sul tavolo e continuerà a lasciarsi guidare dai dati, è però innegabile che è stato compiuto un decisivo passo verso la normalizzazione della politica monetaria. In tutto ciò, alla luce delle incertezza della guerra tra Russia e Ucraina, gli investitori speravano invece in un allentamento della politica monetaria. Francoforte ha invece confermato la graduale conclusione del suo programma di QE (che diminuirà gradualmente a 20 miliardi di acquisti mensili a giugno e potrebbe cessare nel terzo trimestre) e ha anche lasciato aperta la possibilità di un aumento dei tassi.

Il bilanciamento tra colombe e falchi

Secondo molti osservatori, nel corso della conferenza stampa della presidente Lagarde è emersa chiaramente la discussione tra le due anime all'interno della BCE. "Alcuni membri volevano tirare dritto sulla strada della fine del QE, senza altri cambiamenti. Altri invece avrebbero preferito non annunciare nulla e prendere tempo - ha fatto notare Pasquale Diana, Head of Macro Research di AcomeA SGR - Alla fine, la BCE ha deciso di crearsi spazio di manovra (la optionality a cui Lagarde ha fatto riferimento diverse volte nella conferenza stampa). Come? In due modi. Innanzitutto, aprendo la strada a un potenziale aumento del QE nel terzo trimestre se ve ne fosse bisogno. Ma soprattutto, indebolendo il nesso tra la fine del QE e il rialzo dei tassi".

"Sul fronte falco, la BCE punta a una fine un po' più rapida degli acquisti netti di asset e ha eliminato il riferimento a tassi di interesse più bassi dalla forward guidance sui tassi di interesse - ha commentato Konstantin Veit, Portfolio Manager European Rates di PIMCO - Sul fronte colomba, la BCE ha suggerito che il rialzo dei tassi potrebbe richiedere più tempo a seguito della fine degli acquisti netti di asset, se giustificato, e un qualsiasi ciclo dei tassi sarebbe graduale". "Il percorso di normalizzazione della politica monetaria della BCE potrebbe piegarsi ma probabilmente non spezzarsi, a meno che l'Europa non cada in recessione - ha aggiunto il gestore - Nel medio termine, la BCE punterà a terminare gli acquisti netti di asset e a tornare a un tasso di riferimento a zero, con poche ambizioni al di là di ciò".

L'aggiornamento delle stime su PIL e inflazione

Francoforte ha anche sensibilmente aggiornato le proprie previsioni macroeconomiche. "Si tratta di un esercizio delicato per Christine Lagarde, poiché la banca centrale da un lato ha rivisto al ribasso le sue aspettative di crescita a causa della guerra, dall'altro ha aumentato le sue previsioni sull'inflazione al 5,1% per il 2022, al 2,1% per il 2023 e all'1,9% nel 2024 - ha affermato Nicolas Forest, Global Head of Fixed Income di Candriam - Va notato che la revisione per il 2022 è una delle più alte di sempre".

"Per il 2022 la crescita economica dell'Eurozona è stata rivista al ribasso, da 4,2% a 3,7%, e ancor più grande è stato il cambiamento sull'inflazione, rivista al rialzo da 3,2% a 5,1% - ha detto Roberto Rossignoli, Portfolio Manager Moneyfarm - Questo cambio nelle proiezioni ha conseguenze profonde sulle decisioni di politica monetaria e, in questo contesto, non stona la decisione di accelerare sulla riduzione degli acquisti di titoli di stato, anche se certo sorprende gli investitori che si aspettavano che la BCE desse forse più peso alla riduzione delle prospettive di crescita che all'aumento delle spinte inflazionistiche".

La modifica della forward guidance sui tassi

Un aspetto da sottolineare, secondo Luca Mezzomo, responsabile analisi macroeconomica di Intesa Sanpaolo, è che BCE ha modificato la forward guidance sui tassi in due aspetti. "Il primo è formale: la possibilità di tagli dei tassi non viene più menzionata - ha spiegato - Il cambiamento più rilevante è che la sequenza è stata modificata segnalando che il rialzo dei tassi avverrà "un po' di tempo dopo" la fine degli acquisti netti - una formulazione più facilmente gestibile dal punto di vista comunicativo rispetto alla precedente, dove il tempo del rialzo dei tassi era determinato dalle condizioni e la fine degli acquisti avveniva poco prima. Inoltre, i rialzi saranno "graduali". Più volte, la presidente ha rimarcato che il tempo esatto sarà determinato dai dati, e non dal calendario. Data l'incertezza dello scenario, la nuova formulazione consente di adattare meglio il passo della normalizzazione alle circostanze".