(Teleborsa) - Il crollo dei prezzi delle materie prime, le turbolenze dei mercati finanziari e il rallentamento della Cina cominciano a preoccupare la Federal Reserve.
Dai Verbali dell'ultimo meeting di politica monetaria sono emerse infatti maggiori preoccupazioni sull'outlook globale e degli Stati Uniti.
I banchieri hanno convenuto sul fatto che nonostante l'assenza di un quadro chiaro, le incertezze sul futuro sono maggiori rispetto a dicembre, quando decisero di alzare i tassi di interesse per la prima volta dal 2006 (il costo del denaro sostava invece attorno allo zero dal 2008).
Questa posizione solleva dubbi sulle tempistiche dell'exit strategy: a fine 2015 la Fed aveva messo in conto quattro rialzi dei tassi di un quarto di punto ciascuno, ma ora queste tempistiche non sono più certe.
Ad ogni modo, si legge ancora nelle Minutes, la Banca Centrale attenderà informazioni aggiuntive sullo stato di salute della prima economia al mondo, oltre che sulla dinamiche inflazionistiche.
A dominare il meeting di gennaio, dunque, è stata soprattutto l'incertezza. Incertezza che potrebbe portare la Fed ad incrociare le braccia nella prossima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC, il Comitato di politica monetaria) che culminerà il 16 marzo.
Sempre più analisti sono pronti a scommettere su un nulla di fatto.
USA, Fed preoccupata dalle crescenti incertezze. Rialzo tassi rimandato a tempi migliori?
Nei Verbali dell'ultimo meeting di politica monetaria è emerso un atteggiamento molto più cauto a causa del crollo delle commodities e delle turbolenze dei mercati
18 febbraio 2016 - 08.29