(Teleborsa) - L'IPO di Ferrari è stata un grandissimo successo, a conferma del "fiuto" di Sergio Marchionne per gli affari d'oro. Il Presidente della casa di Maranello ed Ad di Fiat, infatti, aveva dichiarato più volte di essere speranzoso per la quotazione di Ferrari al New York Stock Exchange, che avverrà oggi, al consueto suono della campanella.

Saranno l'Ad di Fiat Sergio Marchionne e il Presidente John Elkan a dare il via alle contrattazioni odierne, salendo sul podio assieme ai dirigenti del Nyse. Il titolo Ferrari avrà il simbolo "RACE", scelto proprio da Marchionne, che non aveva potuto optare per l'alternativa "RED" (rosso) già in uso sul mercato americano.

Intanto, il collocamento del 10% del capitale è stato un boom, richiamando una domanda generosissima, sia da investitori istituzionali (hedge fund) che di singoli investitori, desiderosi di assicurarsi il titolo di una casa che è una legenda della Formula 1. Il prezzo è stato fissato a 52 dollari per azione, sul massimo della forchetta indicativa di 48-52 dollari. Prima dell'annuncio ufficiale dei risultati dell'IPO, la stampa americana parlava addirittura del superamento della forchetta, indicando un prezzo di 53 dollari.

L'IPO della Rossa, che ha riguardato 17,2 milioni di titoli, viene così valutata 9,8 miliardi di dollari, molto vicino ai 10 miliardi di cui si parlava, salvo l'esercizio dell'opzione greenshoe che riguarda altri 1,7 milioni di titoli. Il controvalore dell'offerta risulta pari a tre volte i ricavi annuali di Ferrari (2,8 miliardi) e classifica l'operazione come la quarta maggiore IPO dell'anno a Wall Street (anno che, a dire il vero, non è stato fra i migliori per la borsa americana, che ha riportato un calo dei collocamenti).

"L'offerta fa parte di una serie di operazioni volte a separare Ferrari da FCA", ha precisato Fiat Chrysler nell'annunciare i risultati ufficiali dell'IPO. "A seguito del completamento dell'offerta - aggiunge una nota - FCA prevede di distribuire la sua restante partecipazione dell'80% in Ferrari ai propri azionisti all'inizio del 2016". In particolare, Piero Ferrari manterrà la sua quota del 10% ed Exor, cassaforte della famiglia Agnelli, avrà oltre il 40% dei diritti di voto.

Molto soddisfatti i vertici di Fiat, che ha fatto il "colpo grosso" con la quotazione di Ferrari, da cui incasserà 893 milioni di dollari (982 milioni con l'esercizio della greenshoe), portando la sua partecipazione nella casa di maranello dal 90% all'80%. Una cifra che consentirà a Marchionne di ridurre l'indebitamento del Lingotto e, allo stesso tempo, finanziare il Piano industriale.

Nonostante i lauti incassi dell'IPO, l'agenzia di rating Fitch ha confermato un rating "BB-" con outlook stabile per la casa d'auto italo-americana, citando proprio l'elevato indebitamento e le necessità di capitale richiesti dal piano industriale. D'altro canto, l'agenzia ha anche indicato i fattori positivi: solido profilo di business, diversificazione geografica e di prodotto, marchi solidi, ambiziosa strategia.