(Teleborsa) - Tutte da rigettare le ultime novità approvate dall’Aula di Montecitorio: dal vincolo dei 36 mesi per i supplenti al merito per meno del 10% del personale, fino alla chiamata diretta incostituzionale dei docenti.
Il sindacato della scuola, boccia la riforma approvata dalla Camera affermando che "siamo ancora lontani dall'UE".
Anief, ritiene in particolare "illegittimo il provvedimento", contenuto nell’articolo 14 del ddl appena approvato, secondo cui “i contratti di docenti e personale Ata per la copertura dei posti vacanti e disponibili non potranno superare i 36 mesi”. Si tratta, spiega il sindacato, di una "norma sul precariato illegittima e contraddittoria" rispetto alla sentenza della Corte di Giustizia europea del 26 novembre scorso, secondo cui i precari non vanno respinti ma assunti una volta raggiunto il tetto dei tre anni anche non continuativi di supplenze su posto vacante.
"Rimangono in piedi troppi punti che, anziché valorizzare, umiliano la categoria e danneggiano l’offerta formativa" commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, secondo il quale il provvedimento di riforma, rimane "profondamente iniquo": perché "lascia fuori dal piano straordinario di immissioni in ruolo tantissimi docenti precari abilitati, Ata e idonei degli ultimi concorsi". Appena il ddl passerà al Senato, avverte Pacifico, "Anief presenterà ulteriori richieste di profonde modifiche al provvedimento, in assenza delle quali il testo non potrà che essere ritirato. Al Miur, infine, nei prossimi giorni arriveranno tante mozioni, realizzate dai Collegi dei docenti".