(Teleborsa) - MPS scende in campo per chiarire gli ultimi rumors di stampa sull'operazione Alexandria.
In una nota trasmessa ieri sera, la banca senese ha confermato la richiesta della Banca Centrale Europea di "rientrare entro i limiti regolamentari con riferimento alla Large Exposure verso Nomura entro il 26 luglio", aggiungendo che questo rientro può essere effettuato attraverso diverse modalità, tutte attualmente allo studio. Tra queste vi è anche la possibilità di chiudere anticipatamente, in tutto o in parte, l’operazione Alexandria, anche se tale opzione necessita del consenso della controparte.
Quanto alla presunta perdita di 1 miliardo di euro, MPS precisa che questo importo rappresenta il potenziale corrispettivo da corrispondere a Nomura "nel caso, ad oggi ipotetico, di una chiusura dell’operazione e non invece l’impatto che emergerebbe sul conto economico e sul patrimonio regolamentare della Banca". Tra l'altro l'ammontare di questo corrispettivo sarebbe sensibilmente ridotto rispetto a quello ipotizzabile per gli esercizi precedenti. L'impatto sul Common Equity Tier 1 (CET1) sarebbe dunque prossimo allo zero mentre l’impatto sul conto economico sarebbe principalmente riconducibile al ricircolo (riversamento a conto economico) della riserva AFS alla data di chiusura, oltre che ai costi di chiusura della transazione, attualmente non quantificabili.
Da Rocca Salimbeni fanno sapere inoltre che la banca sta valutando l'ipotesi di aumentare la richiesta danni - che oggi ammonta a 1 miliardo di euro - a Nomura. Per questo sta valutando i potenziali effetti delle recenti evidenze emerse dalla chiusura delle indagini preliminari effettuate dalla Procura della Repubblica di Milano, "a seguito delle quali si profilano comportamenti penalmente rilevanti da parte di taluni funzionari di Nomura. Detti funzionari avrebbero erogato somme a dirigenti della Banca a fronte di episodi asseritamente corruttivi".