(Teleborsa) - Ancora una sentenza favorevole per chi sostiene che non è legittimo prelevare ogni mese il 2,5% dell’80% dello stipendio del personale della scuola e della pubblica amministrazione: la trattenuta, che va a costituire parte del fondo di previdenza dell'INPS ex INPDAP, dovrebbe infatti essere a carico dello Stato, nella fattispecie inteso come datore di lavoro. Come avviene nel comparto privato.
Dopo i tribunali di Treviso e Roma, anche quello di Salerno si pronuncia in modo positivo sulla richiesta di un insegnante che ha chiesto la restituzione della trattenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione a titolo di TFR sullo stipendio. A seguito delle trattenute ritenute illegittime per l’applicazione del TFR del 2,5% sulla busta paga degli ultimi 5 anni, a Salerno lo Stato è stato condannato ad un'ingiunzione di pagamento immediato per una somma superiore ai 2mila euro. Il giudice operante in Campania, ha motivato la decisione spiegando che il trattamento di fine rapporto è una retribuzione differita posta a carico del datore di lavoro, come del resto avviene per tutti i dipendenti privati.
Si tratta, spiega il sindacato della scuola Anief, di un esito che interessa tutti i 300mila assunti degli ultimi 15 anni ed almeno un milione e mezzo di precari a vario titolo. Ma anche altre diverse centinaia di migliaia di docenti e Ata di ruolo immessi in ruolo prima del 2001, cui dovranno essere restituiti circa 1.000 euro per gli anni di transizione 2011 e 2012 nell’ambito del TfS (trattamento di fine servizio).
In questi anni si è adottato un "metro" diverso tra sistema pubblico e privato, che non ha alcun motivo di esistere" commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir che aggiunge: "Fare ricorso, tra l’altro, comporta non solo la vittoria di una battaglia di principio, ma anche la restituzione di cifre non indifferenti: fino a 4mila euro per i dieci anni di sottrazione illecita del balzello. Poi ci sono circa 1.000 euro da ridare a chi è stato assunto prima di 15 anni fa".