(Teleborsa) - Dopo un mese di attesa, il disegno di legge sulla Buona Scuola arriva in Parlamento: il documento, è stato presentato dai Ministri Giannini, Madia, Padoan e denominato "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti".
Il percorso per l'approvazione partirà nei prossimi giorni, già da domani ci saranno le prime audizioni presso la Commissione Cultura della Camera che ha accolto il testo.
Secondo il sindacato della Scuola, Anief, la prima serie di modifica che occorre adottare riguarda il piano di assunzioni: "se rimarrà così come licenziato dal Governo, infatti, saranno tantissimi, decine di migliaia, i docenti abilitati, da anni impegnati con continuità nell’insegnamento su posti vacanti, ad essere prima non assunti e presto anche espulsi dalla scuola". Perché, spiega il sindacato, l’articolo 12 del ddl parla chiaro: "non potranno più andare dietro la cattedra i docenti precari che hanno lavorato più di 36 mesi".
Di fatto, viene elusa la sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso 26 novembre, in cui si indicava ben altra strada: stabilizzare immediatamente tutti i precari che hanno svolto i tre anni di servizio, anche non continuativi, su posto vacante; fare altrettanto, in futuro, con coloro che vanteranno lo stesso diritto.
"Ancora una volta - commenta a caldo Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione – si fa scontare al personale precario la mancata organizzazione da parte dell’amministrazione scolastica e del Governo". Sarebbe infatti bastato "realizzare un censimento dei posti effettivamente vacanti per accorgersi che circa l’80% di quelli oggi conferiti al 30 giugno sono in realtà a tutti gli effetti liberi" quindi "utili per le immissioni in ruolo".
E, allo stesso tempo, rilancia Pacifico "ci sono una miriade di altri problemi che il ddl non solo non risolve, ma acuisce”.