(Teleborsa) - Il documento programmatico sulle riforme e con gli impegni sul debito ellenico doveva essere inoltrato a Bruxelles entro oggi. In realtà il governo greco avrebbe preso più tempo per stilare l'elenco delle riforme. Il Commissario europeo per gli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, ha detto al riguardo, "serve un piano ambizioso, ma realistico".
Nello specifico Atene presenterà all'Europa un programma del valore di 7 miliardi che verranno drenati con l'attuazione di misure contro il contrabbando di benzina e sigarette, oltreché con l'imposizione di una tassa patrimoniale sugli armatori, che dovrebbe combattere anche l'evasione fiscale della categoria e sui grandi patrimoni. Questo almeno è ciò che filtra da ambienti vicini all'esecutivo greco, perché non ci sarebbe nulla di ufficiale sui contenuti della lettera con gli impegni che le Grecia dovrà assumersi sul proprio debito.
Difficile la posizioni politica di Tsipras, schiacciato tra l'esigenza di soddisfare le rigorose richieste dell'UE, della BCE e dell'FMI e il problema di non allontanarsi troppo dalle promesse fatte in campagna elettorale, ma che già si fanno sentire all'interno del suo partito e della sua coalizione.
Il quotidiano tedesco Bild stila un calcolo, secondo cui il governo punterebbe a ricavare dal contrasto al contrabbando circa 2,3 miliardi di euro. Altri 2,5 miliardi dovrebbero arrivare dalla patrimoniale da imporre ai greci più ricchi e ulteriori 2,5 miliardi da introiti fiscali arretrati.
Il pacchetto in via di definizione rischia però di spaccare il partito di Alexis Tsipras. L'economista e deputato di Syriza, Costas Lapavitsas, ha chiesto una riunione immediata del partito esprimendo "profonda preoccupazione" per l'accordo del governo con l'Eurogruppo e le riforme che prevede: "E' difficile vedere come attraverso questo accordo sarà attuato il programma elettorale di Tsipras".
La contrattazione con Bruxelles rischia quindi di trasformarsi in una cocente sconfitta per Alexis Tsipras. Nonostante le promesse elettorali, infatti, per ora restano i tagli agli statali e l'austerity accettata dal vecchio esecutivo.