(Teleborsa) - Nel 2014 gli stipendi della Pubblica Amministrazione sono rimasti fermi, il livello più basso dal 1982. Quelli della Scuola peggio di tutti.
Cresce inesorabilmente l'attesa media dei lavoratori italiani per vedersi rinnovare il contratto di categoria. Oggi l’Istituto nazionale di statistica, ISTAT, ha fatto sapere che “nella media del 2014 la retribuzione oraria è cresciuta dell'1,3% rispetto all'anno precedente”. Si tratta del minimo storico, ovvero della variazione più bassa dal 1982, anno d'inizio delle serie. Il contratto è scaduto a 37 categorie distinte cui si riconducono 7,1 milioni di dipendenti: per vederlo "aggiornare" i tempi sono saliti a 37,3 mesi, ovvero oltre tre anni. Docenti e Ata attendono ormai il rinnovo da sei anni.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, occorre "procedere subito allo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale per ancorare gli stipendi base della scuola all’inflazione degli ultimi sei anni". È un blocco irriguardoso, sottolinea Pacifico, tra l’altro, "anche rispetto alle indicazioni comunitarie. Inoltre, la categoria non può contare più su indennità di funzioni. Bisogna sottoscrivere un nuovo contratto, che tuteli gli interessi e la professione di un milione di dipendenti pagati oggi con uno stipendio ormai alle soglie del regime di povertà".