(Teleborsa) - La BCE si prepara a imbracciare il bazooka del quantitative easing, valutando l'acquisto di bond governativi, nella prossima riunione del 22 gennaio prossimo, a dispetto degli scettici in seno al Board di politica monetaria.
Secondo uno dei membri del comitato esecutivo della BCE, Benoit Coeure, l'opzione si base è quella di acquistare titoli di stato dei Paesi membri, ma non è ancora chiaro quali sono le questioni tecniche relative alla tipologia dei titoli eleggibili ed il quantitativo del piano.
Da tempo di vocifera di un piano da 500 miliardi di euro, anche perché tale cifra consentirebbe, come più volte affermato da Draghi, di riportare il bilancio dell'Eurotower oltre i 3 mila miliardi sui livelli del 2012. Coeure, però, non ha voluto confermare tale indiscrezione, affermando "ne parleremo il 22 gennaio e al momento in proposito non è stata ancora presa alcuna decisione", in quanto si stanno valutando ancora le questioni relative alle conseguenze di tali acquisti.
Nell'intervista al quotidiano Liberation, il banchiere ha però sottolineato, che il piano di quantitative easing "per essere efficiente deve avere grandi dimensioni".
Il problema, poi, non è solo quello di stabilire le dimensioni di questo piano, ma anche i profili qualitativi dei titoli acquistabili. Resta aperta la questione che divide l'opinione pubblica e le correnti politiche europee se acquistare solo i bond di alcuni Paesi "virtuosi" o distribuire gli acquisti fra tutti in modo proporzionale al peso all'interno della Zona Euro. Una questione questa che appare piuttosto spinosa dati i rischi insiti ad un possibile collasso della Grecia e la contrarietà di Berlino ad un quantitative easing in senso stretto.