(Teleborsa) - Fino a pochi anni fa quello che sta accadendo ora in Grecia avrebbe causato il panico nel mondo della finanza dell'Eurozona, in particolare tra le "periferie", ossia i Paesi ritenuti economicamente più deboli.
Invece l'eventuale uscita di Atene dall'euro, ipotesi realistica qualora il partito Syriza vincesse le elezioni anticipate del 25 gennaio, non sta turbando più di tanto i cosiddetti PIIGS (acronimo per Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).
Stamane è rientrata anche l'emergenza bond ellenici, che si erano spinti fino al 9,41% rispetto al minimo post-crisi del 5,57% toccato a settembre. Ora il decennale greco sta scendendo dell'1,28% al 9,13%, mentre i titoli di Stato periferici mostrano andamenti molto calmi.
La prova evidente di questo clima arriva dallo Spread tra il BTP e il Bund tedesco, che nonostante le recenti fibrillazioni sosta a quota 127 punti base, con il rendimento del decennale pari all'1,79%.
Secondo gli economisti questa relativa "calma" suggerisce che al momento il pericolo di contagio è relativamente contenuto. "Molti funzionari europei ritengono che ora l'uscita della Grecia dall'euro sarebbe gestibile perché, a differenza degli anni bui della crisi del debito, non si avrebbe un effetto domino su altri Paesi come Spagna o Irlanda", ha commentato Fredrik Erixon, direttore del Centro europeo per la politica economica internazionale.