(Teleborsa) - Due interventi della Banca Centrale in tre giorni non sono bastati a fermare il crollo del rublo. Anche oggi la valuta russa ha perso terreno nei confronti del dollaro. Il biglietto verde si è spinto infatti fino al record storico di 54,91 salvo poi correggere fino a quota 53,4.
Come noto, il rublo sta accusando pesantemente le sanzioni imposte dall'Occidente e il crollo del prezzo del petrolio. Ieri però è circolata la notizia di una presunta indagine della Procura generale sulla Banca Centrale russa in scia all'accusa secondo cui sarebbe stata la principale causa di questa debacle del rublo.
A inizio novembre l'Istituto moscovita aveva deciso, un po' a sorpresa, di limitare il proprio intervento sul mercato delle valute e di permettere al rublo di fluttuare liberamente.
Un duro colpo per la divisa del Paese, che si è trovata improvvisamente senza sostegno. In precedenza, infatti, la Banca Centrale aveva speso quasi 30 miliardi di dollari per fermarne il declino.
Visto il costante peggioramento di quella che fino a pochi mesi fa era considerata una moneta "prodigio", lunedì l'Istituto con sede a Neglinnaya Street ha deciso di intervenire nuovamente vendendo 700 milioni di dollari. Secondo rumors di stampa nel avrebbe venduti altrettanti oggi.
Secondo gli analisti, però, questa nuova discesa in campo è arrivata troppo tardi.