(Teleborsa) - Gli Stati Uniti hanno ampliato il fronte dell’offensiva aerea in Iraq portando, per la prima volta, attacchi nella parte occidentale del paese per proteggere la diga di Haditha.

La nuova offensiva, che ha avuto inizio il 6 settembre con caccia e bombardieri, segue gli attacchi che per settimane hanno colpito l’enclave dello Stato Islamico nella provincia di Mosul, che i militanti avevano conquistato prima di cedere nuovamente parte del territorio alle forze irachene e curde.

Nove attacchi in due giorni che hanno permesso agli USA di distruggere veicoli blindati e corazzati, insieme a un posto di blocco e svariati bunker, come riporta il Comando Centrale delle forze statunitense, dislocato a Tampa, in Florida.

L'azione, concentrata nella provincia irachena di Anbar, è svolta a sostegno delle forze irachene e dei combattenti curdi che cercano di invertire le sorti del conflitto in quelle zone, per riguadagnare le aeree a maggior estrazione petrolifera dell’Iraq ancora nelle mani dello Stato Islamico.

I militanti dello Stato islamico conservano ancora infrastrutture petrolifere chiave in Iraq e in Siria orientale, che generano entrate per milioni di dollari ogni giorno, necessarie a sostenere economicamente le ambizioni dell’autoproclamato califfato dello Stato Islamico, basato sulla interpretazione più rigorosa e programmatica della Sharia.